Fini ipoteca il Governo e lancia un’Opa sul PdL

par Camillo Pignata
sabato 31 luglio 2010

Questa volta Berlusconi ha fatto il passo più lungo della gamba. Non si può cacciare uno che è Presidente della Camera e che ha un buon seguito di parlamentari. Fini ha fatto una conferenza stampa e in due frasi ha dettato la sua strategia. Una strategia amara per il Cavaliere.
 
“Voteremo tutti i provedimenti compresi nel programma di maggioranza. Non voteremo i provvedimenti in contrasto con gli interessi del Paese. Il mio compito è garantire l’imparzialità e non quello di fare gli interessi della maggioranza”. Queste le espressioni formulate da Fini, nella conferenza stampa successiva alla sua cacciata dal PdL. 
 
Il Presidente della Camera, forte del suo ruolo istituzionale e di due gruppi autonomi composti da trentaquattro parlamentari alla Camera e di undici al Senato, ha così posto un’ipoteca grossa come un macigno sul futuro del Governo e sull’operato della maggioranza alla Camera. Una vera e propria Opa sul Partito. Al Governo ha espresso una fiducia con riserva. Si è riservato di valutare i disegni di legge da approvare e quelli da respingere. Gli interessi del Paese sono una formula troppo generica e come tale non esprimono alcun impegno ma solo libertà d’azione. Quali i provvedimenti contrari agli interessi del Paese? Quelli ritenuti tali dal Gruppo finiano? La maggioranza in Parlamento, Berlusconi se le deve conquistare giorno per giorno.
 
Fini eserciterà il suo ruolo di Presidente della Camera con imparzialità. Il suo codice sarà il regolamento della Camera. Utilizzerà i suo poteri discrezionali, che sono tanti, al servizio del Paese. Un Fini sempre più uomo delle Istituzioni e sempre meno uomo di parte. Sono finiti i tempi del Presidente amico, delle interpretazioni benevole, così comode per la maggioranza e il governo. E tutto ciò creerà non pochi ostacoli all’attività parlamentre della maggioranza
 
Fini ha poi lanciato un Opa sul partito, perché molti sono i parlamentari del PdL desiderosi di fare i parlamentari e qualche volta dire “signor no!”. Tutta gente che, peraltro, vede ogni giorno assottigliarsi i margini di una riconferma alle prossime elezioni. Berlusconi ha sempre più bisogno di fedelissimi, di giovani pronti a tutto pur di accontentarlo, e sempre meno di gente autonoma. E’ presumibile, quindi, che questa parte dei parlamentari del PdL, vadano a confluire nel gruppo finiano dove c’è ancora spazio per fare i parlamentari e per essere ricandidati alla prossima legislatura.
 
E saranno tempi duri per l’uomo di Arcore.

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