Fine della sceneggiata: Maroni e Berlusconi si alleano

par Paolo Cufino
martedì 8 gennaio 2013

Finalmente la sceneggiata tra PDL e Lega, protrattasi per alcune settimane è giunta al suo epilogo naturale. L’accordo c’è; alleluia! Sembrerebbe che Maroni non abbia voluto che lo spettacolino si concludesse prima per aspettare che Manuela Privitera, con le sue rivelazioni, facesse aumentare il già cospicuo numero di inquisiti della Lega in modo da poter competere, impresa veramente ardua, ad armi pari col partito del Cav.

I termini dell’accordo cui sono giunti ieri notte il Cinese e il Musicista sono semplicemente un irrilevante dettaglio.

Maroni governatore e Berlusconi capolista in Lombardia? Bene! Anzi male.

Poi, questa è bella: il Cav. lancia un’opa sul ministero dell’economia. Il “fidanzatino” vuole fare il ministro dell’economia. Mamma mia che impressione, direbbe Alberto Sordi.

Come potete constatare, malgrado il botro nel quale ha precipitato il nostro paese, “Mister TV” sarebbe pronto a riprendere, insieme alla sua cricca della quale fan parte alcuni noti “socialisti di destra” come Sacconi, Cicchitto, Verdini, Brunetta etc, il saccheggio volontario o per mera incompetenza, dell’Italia. 

Per nostra fortuna questa volta la loro resterà solamente una pia illusione.

Intanto mentre Bersani, malgrado la partecipazione a 8 e1/2 di ieri sera, risulta essere più defilato quanto ad apparizioni televisive, il Prof. Monti non perde occasione per parlarci dal piccolo schermo, senza tuttavia, mai spiegarci perché, tradendo la promessa fatta più volte, non abbia imboccato la via del ritorno al rettorato della Bocconi. Dalle suggestive teorie da lui enunciate recentemente sembra di vivere in un mondo rovesciato. Apprendiamo così, ascoltando i suoi magistrali interventi che Vendola e Fassina sono due conservatori e che lui, il bocconiano, è un vero riformista. Temo si definisca riformista per non spaventare Casini e Fini, ma se potesse, se non avesse il timore di allarmare il Vaticano e i pluto-potentati massonici che lo appoggiano, confesserebbe di esser un vero rivoluzionario. Ci spiega infine che non ha potuto portare a termine la sua rivoluzione perché PD e PDL glielo hanno impedito omettendo, colpevolmente, di precisare che il PD gli ha impedito, per quello che ha potuto, di massacrare ancor di più pensionati e lavoratori e quelli del PDL invece non hanno voluto, e, al professore non è costato molto accontentarli, che si tassassero i grandi patrimoni e che si penalizzassero, per una volta almeno, i numerosi gruppi di potere come assicurazioni, banche, petrolieri etc.

Rimanendo sul fronte dell’economia segnalo che molti simpatizzanti del PD di provenienza PCI – PDS che avevano tirato, con la partenza di Ichino un sospiro di sollievo, sono rimasti un po’ perplessi per la cooptazione da parte di Bersani del prof. Carlo Dell’Aringa.

Per carità, massima stima per questo illustre economista della Cattolica di Milano, ma, quali margini di operatività avrà Stefano Fassina se gli affianchiamo una sorta di clone di Ichino?

A me sembra che proprio Fassina, attuale responsabile del settore economia e lavoro del PD, che ha, fra l’altro, raccolto una messe di voti alle “parlamentarie”, sia più vocato a fare gli interessi di tutti quei lavoratori e pensionati che oggi si trovano in una reale e drammatica situazione di disagio economico.

Alleggerire, anche parzialmente, le ristrettezze economiche in cui versano queste fasce sociali impoverite dalla crisi potrebbe essere la chiave di volta per dare una scossa alla stasi dei consumi e avviare più generalmente la ripresa di cui abbisogna il nostro paese.

Sono tutti problemi cui saremo chiamati a dare risposte, ma adesso pensiamo prima a vincere le elezioni.


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