Fiducia: ormai il Parlamento è un optional

par Francesco Zanfardino
mercoledì 14 gennaio 2009

Questione di fiducia. Per l’ennesima volta (la nona). Ormai si è capito: questo Governo, quando agisce, agisce con decreti, e poi alla fine vi mette pure la fiducia. E questo nonostante le elezioni abbiano consegnato al Governo Berlusconi un larghissimo consenso e una larghissima maggioranza in entrambe le Camere, tra l’altro formata da pochissimi partiti (dato che l’Mpa conta pochi parlamentari, sostanzialmente contano solo Lega, Forza Italia e Alleanza Nazionale, questi ultimi tra l’altro dovrebbero fondersi nel PDL) . Il perchè? Semplice, quando si pone la fiducia, due sono le cose: o l’opposizione ha fatto ostruzione, presentando centinaia di emendamenti, oppure non si ha fiducia nella propria maggioranza. Tutti ben sanno, però, che l’opposizione, proprio in questa legislatura, è molto meno ostruzionistica del passato ... tanto che il PD, che costituisce la quasi totalità dell’opposizione parlamentare, viene accusato di fare opposizione "poco dura". Di fatti, l’ostruzionismo c’è stato solo in occasione di provvedimenti come Lodo Alfano e Salva-Rete4 (e ci mancava pure!). Dunque il ricorso ingiustificato a decreti e fiducie è soprattutto dovuto alle difficoltà della maggioranza e alla strafottenza nei confronti dell’opposizione e del Parlamento.

Il classico esempio è la giornata di oggi, ben descritta dall’On. Andrea Sarubbi (PD) sul suo blog (che aggiorna quotidianamente e non solo con interviste e dichiarazioni, come fanno gli altri parlamentari). Il Governo ha infatti posto la fiducia sul cosiddetto "decreto-anticrisi". Con grandissimo stupore di tutti, dato che l’opposizione aveva presentato solo 20 emendamenti, contro i 63 della maggioranza. La totale infondatezza del ricorso alla fiducia ha fatto incavolare anche il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, che pure è uno dei maggiori leader della maggioranza: "In tanti anni ho avuto modo di ascoltare le molteplici ragioni per le quali il Governo, avvalendosi di una sua esplicita prerogativa, ha deciso di porre la questione di fiducia. È la prima volta che ascolto il rappresentante del Governo porre la questione di fiducia in onore del lavoro della Commissione ed è la prima volta che sento dire che la questione di fiducia viene posta in omaggio alla centralità del Parlamento (...) La centralità del Parlamento e la sua funzione nel processo legislativo non si possono liquidare con un omaggio alla Commissione, salvo poi porre la questione di fiducia, impedendo di fatto ai deputati di pronunciarsi in Aula". Gli applausi sono venuti solo dai gruppi dell’opposizione, mentre il centrodestra è rimasto evidentemente risentito dalle parole di un loro leader. La reazione di Berlusconi? "Abbiamo giudicato che la fiducia sul dl anticrisi fosse indispensabile". Ma Fini replica subito: "La fiducia era certamente indispensabile, ma per problemi politici connessi al dibattito interno alla maggioranza".


Santa verità. Finalmente qualcuno della maggioranza che non è ipocrita, e mette in evidenza le forti divisioni interne (sulla questione Malpensa, con i malumori di Moratti-Formigoni-Lega; sulla questione tagli-al-Sud, per la quale l’MPA forse non voterà la fiducia; sulla questione giustizia-federalismo, tra la Lega e Berlusconi; sulla questione immigrati, con Maroni che vuole la tassa sugli immigrati e il Governo no) ad una maggioranza che, pur avendo maggioranze molto, ma molto più ampie, e meno partiti al suo interno, non è poi così distante dal grado di rissosità del Governo Prodi. Certamente ha la stessa tendenza al ricorso alla fiducia.

P.S. Per la cronaca: il decreto anti-crisi, già esiguo (6.3 miliardi), è stato ridotto a 5 miliardi. Sarebbe meglio chiamarlo placebo anti-crisi, a sto punto.

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