Fiat specula: benzina ad un euro fino al 2015 se compri un’auto nuova

par Nicola Spinella
martedì 5 giugno 2012

L'offerta è di quella che fanno drizzare le orecchie: il prezzo del carburante è bloccato per chi acquista un'automobile della casa torinese. Un colpo basso per la concorrenza. E per i consumatori...

La Fiat fa sul serio: dopo aver delocalizzato alcune produzioni in Serbia, dove può contare su manodopera a bassissimo costo e diritti sindacali ridotti all'osso, la casa torinese cerca di riprendersi quella fetta di mercato che la crisi, provocata ad hoc dalla finanza, ha cancellato definitivamente.

In momenti di profonda recessione e sfiducia sociale come quelli che viviamo, è piuttosto complicato convincere un consumatore ad acquistare un'auto nuova, a causa dell'azzerata fiducia in un futuro che appare sempre più oscuro.

Grazie alla collaborazione con IP, la casa torinese offrirà agli acquirenti di un nuovo veicolo una speciale card che permetterà di fare rifornimento a prezzo agevolato fino al 31 dicembre 2015. Il sistema di sconto prevede l'incedibilità della card, che segue la targa del veicolo, ed un tetto massimo di litri di carburante, in funzione del tipo di automobile che si guida. In media si considera che gli aderenti alla promozione potranno marciare per una quarantina di migliaia di chilometri a costo ridotto. E' chiaro che Marchionne, il grande manager che chiude Termini e presto Pomigliano, è consapevole del fatto che la recessione è un nemico troppo grande per il mercato automobilistico (maggio segna una caduta del 14,26%) e tenta un'ultima ratio per invertire la tendenza. E' sicuramente allettante per i consumatori la "proposta indecente" della partnership FIAT-IP, ai limiti della concorrenza sleale o forse ben oltre.

Ma bisogna analizzare un paio di dettagli di non poca rilevanza.

Sicuramente l'iniziativa favorisce maggiormente le categorie che fanno un utilizzo intensivo dell'automobile (trasportatori, autisti), non certo l'utente tradizionale che sottoscrive spesso contratti assicurativi con un limite di chilometraggio per poter spuntare una tariffa sostenibile dalle compagnie.

In secondo luogo, l'iniziativa crea una sperequazione ulteriore tra chi può permettersi di comprare un'auto nuova e chi non ha la forza economica per fare questo passo. Come sempre, chi è ricco diventa più ricco (in termini di minor spesa per un prodotto che è ormai di prima necessità) e chi è povero diventerà più povero. Chi avrà avuto l'accortezza di preferire le auto prodotte dagli schiavi di Marchionne, avrà un vantaggio economico che non verrebbe riconosciuto a chi voglia acquistare una macchina straniera, configurando una sorta di concorrenza scorretta da parte di Fiat.

Inoltre, se il prezzo della benzina può essere dimezzato e bloccato per tre anni, è probabile lo stesso sia tenuto artificiosamente alto alla pompa, e quindi si sentirebbe il bisogno di un'indagine in tal senso, volta a smascherare eventuali truffe ai danni dei consumatori. Oppure, in seconda analisi, qualcuno ha intenzione di non pagare le accise sulla benzina: sarebbe l'unica parte rinunciabile, perché il prezzo della materia prima e della lavorazione non segue certo le logiche di Marchionne&co.: insomma, se qualcuno può permettersi di ammazzare il mercato automobilistico con un'offerta del genere, è evidente che il prezzo a cui si offrono quei litri di carburante in promozione permette ancora un minimo margine di guadagno. 

Allora è evidente che €1,80 per un litro di verde c'è qualche tasca che si rimpingua, ed un'altra che viene salassata.

Si auspica un pronto e puntuale intervento delle associazioni dei consumatori e, se ancora esiste, dell'antitrust.

Di qualcuno che faccia l'interesse dei cittadini, vessati da uno stato di burocrati "tassicopatici", pronti ad incrementare iva e accise ad ogni cambio di vento.


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