Festival di Sanremo, 14 milioni di spettatori ma Benigni oscura la musica

par Francesco Raiola
mercoledì 18 febbraio 2009

Insomma nonostante tutto il Festival di Sanremo quest’anno sta dando soddisfazioni alla Rai. Quattordici milioni di telespettatori non sono pochi, soprattutto in una serata che di musica ne ha vista poca.
 
Bonolis è una certezza per quanto riguarda la conduzione, assieme alla spalla Laurenti sono un duo perfettamente collaudato, ma come direttore artistico abbiamo qualche (qualche?) riserva. Eppure siamo sicuri che non è uno sprovveduto, e proprio per questo ci si chiede come sia possibile portare alcune di quelle canzoni a Sanremo.
 
Tre eliminati, con possibilità di essere ripescati stasera, la Zanicchi, polemica con Benigni, e forse non a torto, Afterhours (ehm...con la musica che gli girava intorno cosa ci aspettavamo?), con una canzone a primo ascolto discutibile, che migliora con gli ascolti e Tricarico, che fa Tricarico; ma per l’eliminazione la scelta era veramente ampia.
 
Mina canta “Nessun Dorma” e dà il fianco a Benigni a cui va un enorme grazie. L’attore toscano che “senza mai nominarlo”, più o meno, ci riporta un po’ di sana satira su Berlusconi. L’invito per Berlusconi a diventare un mito sulle orme di Mina è geniale ( "Berlusconi ti propongo di diventare un mito come Mina, come Greta Garbo: devi sparire, devi andare lontano"), come anche il passaggio sulla Corsica, e gli inframezzi su Napolitano, fino alla chiusa poetica/polemica sugli omosessuali, con la lettera di Oscar Wilde, e Grillini entusiasta tra il pubblico; lo stesso Grillini che polemizzerà, civilmente per fortuna con Povia, dopo il brano ormai famoso “Luca era Gay”...
 
Continuiamo a non capire l’utilità dei valletti e delle vallette, con Paul Sculsort che ha avuto un po’ più di senso della Piovan, non poco impacciata sul palco dell’Ariston (scusate ma “palco dell’Ariston” dovevo scriverlo).
 
Le canzoni, si diceva. Beh da anni ormai Sanremo è spettacolo più che musica e la Rai conferma anno dopo anno la banalità di questa affermazione. Niente di nuovo, e quello che c’è, le nuove proposte, mandato in orari improponibili, e stasera sarà lo stesso.
 
Ma veramente la musica italiana è quella vista sul palco? O, meglio, quanto di buona musica italiana c’era sul palco? La predisposizione positiva ce la si mette ogni anno e si va sempre più giù. Non basta chiamare gli Afterhours un anno, Marlene Kuntz un altro per dare una svolta. Non si chiede la musica alternativa, ma sentire la Pravo, un mito per tutti, cantare come ieri sera è un pugno nello stomaco, senza infierire ulteriormente sulla Zanicchi. Marco Carta fa quello che sa fare, ed è per questo che si moltiplicano i miei dubbi sull’utilità di Amici. Masini quasi è una delle migliori proposte, ma su Al Bano veramente cascano le braccia. Da decenni ormai riperte la stessa canzone e l’occhio quasi si chiude se non fosse per le sue grida.
 
I Gemelli Diversi suonano una canzoncina rap abusando del vocoder in maniera spropositata, cosa da Eiffel 65 di qualche anno fa. Appunto! E il trio da Live Aid de noantri? Pupo, Belli (perché sei li? Perché sei lì?) e Youssou N’Dour?

Non ci esporremo sugli altri perché c’è poco di meglio di quello detto sopra. Ma è un peccato perché basterebbe qualche cambio di rotta, anche minimo per dare uno spessore musicale (si parla di musicale, perché lo spettacolo Bonolis l’ha fatto!). E non veniteci a raccontare che i 14 milioni sono dovuti alla musica, per piacere...ma mi sa che sono arrivato tardi.
 
Insomma salviamo il salvabile, ovvero, la conduzione di Bonolis, la spalla Laurenti, Mina, che la si deve salvare a priori, Benigni, la faccia di Del Noce quando Benigni pronuncia il nome di Berlusconi, lo stacco con “Smoke on the water”, Malika... e... e...aspettiamo stasera.
 
 
 
 
 


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