Fermiamo Green Hill: se la bontà è solo verde

par Iaia Leone
martedì 15 maggio 2012

In questi giorni, ho cercato di documentarmi sulla questione Green Hill, su cui non sono informata a sufficienza. Per mia forma mentis e radicata fiducia nel lavoro dei ricercatori, mi verrebbe spontaneo credere nelle loro buone intenzioni e nei loro indispensabili risultati. Però, ci sono due però. Primo però: sì, ho un cane. Non aggiungo altro, perché chi ha un cane con cui condivide le giornate, con cui dorme e passeggia due o tre ore al giorno, può capire immediatamente. Secondo però: non vuol dire niente che io istintivamente pensi che 'è giusto così, non si può sostenere una posizione sulla base di una propria opinione -Dio esiste perché io ho fede in lui.

Dunque insomma ho iniziato a approfondire qua e là, a cercare fonti, documenti e anche pareri, perché no, provenienti da entrambe le parti del dibattito. Ecco. Il sito ufficiale dei manifestanti, di quelli che, per intenderci, hanno liberato i beagles pagando con il carcere l'azione di protesta, è Fermare Green Hill. Ho letto pagina dopo pagina i post, le motivazioni di fondo, riflessioni, dati e quant'altro e quando ho chiuso la pagina web ho pensato che davvero l'unico modo in cui non è corretto polemizzare o trattare un argomento è esattamente il modo che usano loro.

La sperimentazione animale mette in difficoltà chiunque, non solo vegetariani o radicali vegani. Il classico 'mangia che ti mangio' è un istinto ancestrale di sopravvivenza, che incosciamente legittima per molti il mangiare carni rosse e bianche, di vitello e di agnello. Ma il testare un farmaco su un golden retriever è qualcosa che in natura non esiste, è un risultato della tecnica dell'uomo, che non ci sarebbe se non ci fosse la civiltà umana. C'è uno scivoloso concetto di 'naturale' nel dire catena alimentare sì, sperimentazione animale no, ma penso che sia una distinzione su cui scivoliamo in tanti e, credo, ci scivoliamo ragionevolmente. Ripeto, ho un cane e ammetto che le immagini del sito suddetto mi hanno messa in difficoltà e in imbarazzo - nonostante io abbia seri dubbi sulla corrispondenza foto/didascalia.

Ma chi scrive su Green Hill, invece di coinvolgermi nell'accorata lotta, mi ha profondamente innervosita, per superficialità, stupidità e strumentalizzazioni. Si può parlare di un tema così delicato e di pubblico appeal dicendo che 'di fronte a questi cuccioli e ai loro occhi sfidiamo chiunque a dire che commettere un atto illegale pur di salvarli è sbagliato. E’ sbagliata la concezione che vuole gli animali oggetti in mano ad una ditta, che vuole dargli un prezzo, che li rende schiavi del profitto umano e fa arrestare coloro che li liberano per salvarli da atroci torture. Tutti liberi, umani e non umani!'? Tutti liberi? Sì? E perché non sono andati a liberare i topi? Ma poi in che senso sono schiavi del profitto umano? E quali sono le atroci torture? Poi aggiungono, in un altro post:

'Queste persone fanno leva sulla naturale paura degli umani della malattia e della morte, la utilizzano per arricchirsi, così come utilizzano i corpi, le vite degli animali non umani che torturano nei loro asettici laboratori. La loro abilità nello sfruttare la vulnerabilità delle persone è pari alla loro spietata freddezza.'

Ah sì? E voi invece su cosa fate leva? Non sulla vulnerabilità umana, forse? E i laboratori come dovrebbero essere se non asettici? Anche un ospedale è asettico, e quindi?

Sfruttare la vulnerabilità delle persone significa mostrare immagini di beagles e non di roditori (impiegati nella ricerca in numeri di gran lunga più alti), parlare di torture atroci senza spiegare a cosa ci si riferisce, dimenticare che la vita di un animale può salvare quella di un bambino e far finta che non sia un problema sul quale interrogarsi con sensibilità e attenzione. Significa parlare di una lobby della vivisezione, usando il termine vivisezione in modo del tutto inappropriato e attribuendo l'accusa di essere una lobby dedita al culto del lucro a dei ricercatori che probabilmente passano sette giorni su sette in laboratorio per 1000 euro al mese.

Le tesi cospirazioniste sono quanto di più irrazionale e emotivamente efficace possa esistere e usarle su un tema così delicato è, oltre che vergognoso, irresponsabile. La spietata freddezza è proprio di chi trascina la folla senza problematizzare la questione e senza dare gli strumenti necessari per affrontare confronti costruttivi.

In chiusura: la ricerca scientifica procede nella speranza di poter evitare l'uso di cavie da laboratorio il prima possibile.

Intanto, nobili spiriti innalzati da bontà e caritatevole passione, di fronte all'eventualità di un dibattito pubblico, dichiarano: 'Siamo venuti a conoscenza che la nostra audizione sarebbe stata una faccia della medaglia, che comportava, dall’altra, necessariamente anche quella di lobby del mondo della vivisezione, per fare in modo che l’audizione (a loro dire) risultasse equanime. Riteniamo assolutamente inutile e dannoso che personaggi del genere si esprimano in materia di diritti animali, quando da anni li hanno calpestati.'

Foto: via EcoBlog


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