Feltri e la strage di codardi

par Giacomo Lagona
lunedì 25 luglio 2011

 

L’editoriale di oggi di Feltri sul Giornale è un’analisi sulla strage di Oslo compiuta venerdì scorso dall’estremista di destra Anders Behring Breivik che ha causato la morte di 92 persone e di un centinaio di feriti.

Il fondatore di Libero se la prende con i giovani – morti nell’isolotto di Utøya in cui si erano riuniti per un meeting politico – perché codardi ed egoisti:

Si dirà che c’è poco da resistere in certe situazioni: se un uomo è armato fino ai denti, e le sue vittime, invece, non dispongono nemmeno di una fionda, la carneficina è scontata. Giusto. Ma in questo caso, stando alle notizie in nostro possesso, sull’isola (un chilometro quadrato, quindi piccola) si trovavano circa 500 partecipanti a un meeting annuale di laburisti. Un numero considerevole. Quando Breivik ha dato fuori da matto e ha cominciato a sparare, immagino che lo stupore e il terrore si siano impadroniti del gruppo intero. E si sa che lo sconcerto (accresciuto in questa circostanza dal particolare che il folle era vestito da poliziotto) e la paura possono azzerare la lucidità necessaria per organizzare qualsiasi difesa che non sia la fuga precipitosa e disordinata, contro un pericolo di morte. Ciononostante, poiché la strage si è consumata in 30 minuti, c’è da chiedersi comunque perché il pluriomicida non sia stato minimamente contrastato dal gruppo destinato allo sterminio. Ragioniamo. Cinque, sei, sette, dieci, quindici persone, e tutte disarmate, non sono in grado di annientare un nemico, per quanto agisca da solo, se questo impugna armi da fuoco. Ma 50 – e sull’isola ce n’erano dieci volte tante – se si lanciano insieme su di lui, alcune di sicuro vengono abbattute, ma solo alcune, e quelle che, viceversa, rimangono illese (mettiamo 30 o 40) hanno la possibilità di farlo a pezzi con le nude mani. Ci rendiamo conto.Cose così sono facili da scrivere, standosene qui seduti alla scrivania, e molto più difficili da praticare sul campo mentre echeggiano gli spari e decine di corpi cadono a terra senza vita. Ma è incredibile come, in determinate circostanze, ciascuno pensi soltanto a salvare se stesso, illudendosi di spuntarla, anziché adottare la teoria più vecchia (ed efficace) del mondo: l’unione fa la forza.

Praticamente, secondo Feltri, i 500 giovani presenti a Utøya avrebbero dovuto capire che si trattava di un falso poliziotto, aggredirlo a mani nude – tutti insieme, naturalmente – e sacrificare alcuni di loro per il bene di tutti. Caduti sì, ma da coraggiosi patrioti e altruisti.

La sfortuna dei giovani ad Utøya è stata quella di non avere Vittorio MacGyver Feltri con loro. Altro che coltellino svizzero, avrebbe fatto fuori Breivik con la sola stilografica in dotazione.


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