Federalismo, anatra zoppa senza le liberalizzazioni

par PIERO FORMICA
mercoledì 13 aprile 2011

 

Il federalismo fiscale senza liberalizzazione dei servizi pubblici locali è un’anatra zoppa. Attenzione: liberalizzazione, che vuol dire concorrenza tra gestori per venire incontro ai consumatori. Non monopolisti privati al posto degli attuali monopoli pubblici. Né gli uni, né gli altri hanno interesse a innovare e a creare nuova imprenditorialità nei servizi di pubblica utilità i cui prezzi vanno a passo di corsa.

Prendiamo il caso più controverso sul fronte delle liberalizzazioni, quello dell’acqua. Nel giro di 5 anni il suo prezzo in Italia è aumentato di oltre il 35%. La manomorta dei Comuni e degli altri enti locali sui servizi ha così continuato a dar schiaffi agli utenti, privi di potere contrattuale sull'erogazione dei servizi. Anche nei Comuni che occupano posizioni d’alta classifica per la qualità dei servizi, i pubblici gestori monopolistici sono dei provetti piromani a spasso nel fitto bosco dell’inflazione.

Secondo il Rapporto internazionale sull’acqua stilato dal Nus Consulting Group, a Bologna, che si vanta di appollaiarsi in cima a quella graduatoria, i costi idrici sono tra i più alti del mondo. Dal 2000 le bollette dell’acqua sono schizzate su di ben oltre il 35%. E il salto in alto non si è arrestato, a Bologna (con aumenti attesi del 4,5%) come altrove.

Se in Italia il costo dell’acqua sgorgasse puro dalla sorgente (è proibitivo il costo della perdita e dello spreco di metà dell’acqua trasportata dalla sorgente al rubinetto) e scorresse limpido a monte, poi a valle non ci sarebbe bisogno di purificarlo ricorrendo alla liberalizzazione della gestione. Ma così non è, non dovendo il gestore monopolista preoccuparsi di andare a caccia di clienti, creando valore a loro vantaggio. Il cliente è un re nudo perché spogliato della sua autonomia di scelta dal potere assoluto in capo ai gestori monopolistici. Ecco perché si trova in una zona non confortevole la questione sulla liberalizzazione non della proprietà pubblica dell’acqua ma della gestione dei servizi idrici tramite gare di concessione trasparenti.

La liberalizzazione aprirebbe una breccia nell’assetto feudale in cui il cittadino è costretto a stare?


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