Fake news: una situazione gravissima che sta modificando l’opinione pubblica

par Emilia Urso Anfuso
giovedì 11 luglio 2019

Un’educata conversazione che ho avuto oggi su Twitter – sottolineo la parola educata dal momento che sta diventando roba rara – mi ha permesso di riflettere ulteriormente sul tema della crisi del giornalismo, legata - essenzialmente - alla diffusione dell’informazione sul web.

 

Quando, esattamente 13 anni fa, ebbi l’idea di fondare questo quotidiano che mi onoro di dirigere, dissi una cosa: “Il web causerà disastri al settore del giornalismo. Tutti potranno diffondere informazioni, e questo provocherà certamente un caos epocale, in quanto chiunque – dotato i PC e connessione al web – sarà in grado di aprire un sito e pubblicare qualsiasi cosa gli passi per la testa”.

So che, spesso, devo avere la pazienza di attendere che le cose, che immagino anzitempo, accadano. Le Cassandra devono sviluppare questa capacità, altrimenti rischiano di impazzire.

Eccoci al caos epocale e siamo già a un punto di non ritorno.

Utilizzerò lo scambio di opinioni, avvenuto stamane, con un signore che – su Twitter – aveva pubblicato quella che, a tutti gli effetti, appare essere una notizia quantomeno bizzarra. Ho chiesto, e ottenuto, la sua autorizzazione a pubblicare gli screenshot della nostra conversazione: anche così si esce dalla crisi del giornalismo, lavorando in maniera onesta e trasparente.

Ecco la chiacchierata in questione:

 

 

Ebbene: la notizia è stata pubblicata in prima battuta dal Corriere della Sera l'8 Luglio ed è ovviamente verificata e confermata.

Si conferma però una cosa: il danno è stato creato dai siti che hanno rilanciato la stessa informazione, modificandone il senso attraverso titoli sensazionalistici che servono – fondamentalmente – peracchiappare il più alto numero di click, che si tramutano in denaro.

Ecco la stessa notizia, rilanciata da Voxnews che ha già ricevuto una denuncia proprio a causa della diffusione di bufale. Ecco un'articolo che ne parla pubblicato su Il Fatto Quotidiano nel 2015.

 

Non è da sottovalutare quanto sta accadendo. La diffusione di fake news, o di notizie reali ma diffuse con l’intento di modificarne il senso, ha già ampiamente cambiato la percezione che l’opinione pubblica ha su questioni importanti legate alla politica, all’economia e alla società in cui viviamo.

Una dispercezione della realtà che si sta diffondendo a macchia d’olio e che, oltretutto, sta mietendo un ulteriore danno nei confronti del settore del giornalismo: siamo ormai considerati, noi giornalisti, venditori di bufale a prescindere. E la cosa paradossale è questa: una larga fetta di popolazione, metterebbe la mano sul fuoco sull’attendibilità di certe fake news e poi non crede alle vere notizie.

Di contro, dal mondo della politica arrivano a volte informazioni imprecise o svendute per assoluta verità: è di questi giorni la notizia che il Sindaco Raggi avrebbe, volutamente secondo molti, girato un filmato di fronte al Centri di smaltimento rifiuti di Aprilia, facendo notare come questo fosse chiuso e quindi dando la colpa al Presidente della Regione Lazio Zingaretti del mancato conferimento.

A quanto pare, però, si è recata nel centro sbagliato, chiuso non certo per far dispetto al sindaco e ai cittadini romani, ma semplicemente perché non fa parte di quelli indicati dall'ordinanza della Regione Lazio. Il complotto, per la Raggi, è sempre un ottimo metodo da utilizzare per procastinare i tempi utili alla soluzione dei mille problemi che affliggono la Capitale.

Amo sempre poter dare qualche suggerimento risolutivo delle tematiche che tratto e lo farò anche in questo caso. Come poter uscire dalla crisi dell’informazione che tutti, anche noi giornalisti, stiamo subendo?

Tornando indietro di qualche passo. Meditando sull’opportunità di moderare i toni, di non cadere nella tentazione di tramutarsi in opinionisti invece di fare il nostro mestiere, che è quello del cronista e investigatore utile a sollevare la coltre che nasconde molte verità.

Sarebbe necessario, e urgente, stringere un patto: aderire, tutti insieme, a queste regole di professionalità, e condurre nuovamente i lettori su una via di normalità.

In caso contrario, non ci vorrà molto affinché si verifichi un fatto orribile: alla verità dei fatti non crederà mai più nessuno.


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