Facili riforme di Giustizia che nessuno vuole. Perché?

par bastiano
martedì 21 dicembre 2010

Indecente. Sono anni che ci annunciano riforme âstrutturaliâ che dovrebbero risolvere i mali della Giustizia italiana, una delle peggiori, se non la peggiore, dei paesi occidentali. 

Câè un motivo: la politica, tutta la politica, non vuole una Giustizia che funziona. 
Sarebbe destabilizzante. Si scoprirebbe che tutti hanno interesse a coprire le malefatte di troppi politici e di interi bacini elettorali.

Eppure basterebbero poche modifiche alla normativa attuale per introdurre una rivoluzione.

La prima riguarda l'assurdo diritto dell’imputato di poter dire il falso impunemente. Se hanno riformato il nostro processo da inquisitorio (dove questa facoltà aveva un senso) ad accusatorio, anche l’indagato/imputato è testimone del fatto/delitto e perciò deve dire la verità ed è giusto che la sua sincerità venga premiata con attenuazione della pena. Al contrario, se l’imputato dichiara il falso, aggrava la sua posizione e ne deve rispondere.
 
La seconda norma da cambiare è la notifica degli atti che è tra le principali cause di allungamento dei processi, perché in Italia il miglior modo per difendersi è ottenere rinvii su rinvii.
 
Non vengono più notificati da ufficiali giudiziari e chi li recapita sbaglia nove vote su dieci offrendo mille appigli a chi, legittimamente, ne contesta la regolarità.
Da che è stata introdotta la posta certificata non ci sono più scuse. Gli atti vanno notificati al difensore di fiducia che si deve occupare di informare il suo assistito. Se quest’ultimo si rende irreperibile scatta automatiamente la revoca del mandato.

Qui si innesca la terza piccola - ma decisiva - modifica al codice di procedura penale. La sospensione del processo quando l’imputato è irreperibile. Sono migliaia i procedimenti a carico di persone praticamente sconosciute che intasano i Tribunali. Questi imputati senza nome o con nome falso hanno diritto ad un avvocato d’ufficio (pagato dallo Stato) che nemmeno li conosce se non per il numero del fascicolo. Avvocato d'ufficio che, dovendo decidere strategie processuali col timore, fondato, di future lagnanze dell'assistito propone sistematicamente impugnazioni che impegnano a vuoto le corti giudicanti.
 
A questi tre elementi si deve aggiungere l’informatizzazione (ossia la digitalizzazione) degli atti in modo che le parti ne abbiano accesso telematico anche per il deposito, con firma digitale. Stavolta sono gli avvocati che si oppongono, sostenendo di non essere attrezzati, soprattutto i più anziani.
In parte è vero, in molti Studi non si sa nemmeno come si trasforma un file word in PDF con protezione da modifica. Si dovranno attrezzare, si può fare anche gratis.

E’ davvero una vergogna che si debba attendere chissà che cosa per mettere le mani ad un sistema giudiziario che è la palla al piede della nostra economia e distugge le relazioni sociali per la sostanziale impunità dei reati.
 
E’ inesatto affermare che in Italia non c’è certezza della pena. La pena esiste ma colpisce tanto l’imputato che la persona offesa: la pena in Italia si chiama processo.

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