Facebook e Afghanistan: quando l’inutile fa notizia

par Francesco Raiola
venerdì 18 settembre 2009

Dopo l’attentato a Kabul scoppiano le polemiche sui gruppi di facebook. Una riflessione.

Se non segui Facebook e Twitter ormai non sei nessuno. Frase contestabilissima ma che i quotidiani continuano a prendere come oro colato.
 
Eravamo tutti in attesa della creazione dell’ennesimo stupido gruppo su Fb che, dopo la strage di soldati italiani a Kabul di ieri, non si è fatto attendere. Ma ancora di più eravamo in attesa del buzz che i giornali avrebbero fatto di questo.
 
Come già successe per il gruppo della Lega contro i clandestini che, “forte” dei suoi 400 iscritti, ovvero il nulla per la rete, era balzato agli onori della cronaca, generando le più disparate discussioni sociologiche sulla rete, su Fb e sulla stupidaggine delle persone e che AgoraVox dimostrò essere una bufala e anche fatta male, ecco che il caso si ripete.
 
Ma ormai se non sbatti Fb e Twitter in prima pagina non sei sulla notizia, e bucarla è impensabile; così mentre alcuni piangono la morte dei soldati, altri si chiedono il perchè della presenza italiana laggiù, altri chiedono conto dei quotidiani morti sul lavoro, ecco che i grandi giornali sbattono in prima pagina la creazione di un gruppo che esulta per la morte dei soldati in Afghanistan.
 
La domanda che sorge spontanea è perchè? Perchè dare visibilità a un gruppetto di persone che, conoscendo i più banali meccanismi della comunicazione online, crea un gruppetto su Fb per poi potersi vantare con gli amici di essere stato “sui giornali”? Dovendoci anche sorbire il pistolotto morale su Repubblica: “Ma davvero alcune persone possono essere così folli da esultare per la strage di Kabul? Il mistero, per ora, resta”. Quale mistero?
 
Ovviamente sarebbe bastata una piccola segnalazione ai gestori e il gruppo sarebbe morto nel silenzio in cui è nato (e infatti è stato cancellato subito!) e invece con il rimbalzo continuo rischia di essere un esempio da emulare, dato che di stupidi il mondo ne è pieno.
 
I social network saranno anche importanti fonti di notizie ma nella banalità che questa frase porta con sé è l’utilizzo che se ne fa che conta!
 
Alla prossima polemicuccia.


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