FVG: dopo la"Fieste de Patrie dal Friûl" istituire quella per le comunità slovene e germaniche

par Marco Barone
martedì 5 aprile 2016

Nella seduta della assemblea Costituente del 27 giugno 1947, dopo la proposta come avanzata nella sottocommissione del 18 dicembre 1946 da parte di Fuschini, si iniziò ad introdurre nel dibattito la questione della specialità del Friuli Venezia Giulia. Per esempio, veniva presentato l'emendamento, da Pecorari, che voleva l'istituzione della Regione Giulio- Friulana e Zara, o chi come Tessitori, invece propose di modificare il detto emendamento semplicemente con Friuli-Venezia Giulia, chi voleva la Regione Friuli con Gorizia e comuni della provincia di Trieste che sarebbero rimasti all'Italia, rilevato che il tutto veniva discusso quando ancora il Trattato di Pace doveva essere ratificato.
 
Trattato che verrà ratificato, su sollecitazione della DC, alle ore 19.00 circa del 31 luglio del 1947, dopo diversi giorni di discussioni, dibattiti, polemiche, preoccupazioni e perplessità, maturate in sede parlamentare con 262 voti favorevoli, 68 contrari e 80 astenuti e l'astensione sarà quella del Partito Comunista. Ma sarà solo con la risoluzione della questione di Trieste e la sua assegnazione all'Italia come avvenuta nel 26 ottobre del 1954 che si sbloccherà la situazione a favore della introduzione della Regione del F-VG oggi FVG e la specialità della Regione, come già lo riconoscevano i primi dibattiti emersi in tal senso, veniva ritenuta necessaria proprio per la particolarità storica e sociale e linguistica di questa difficile terra, per il friulano e lo sloveno in primo luogo senza dimenticare il tedesco.
 
Dunque specialità correlata alla necessità di tutelare quelle che vengono definite minoranze linguistiche, che prima dell'avvento del Regno d'Italia certamente non erano in buona parte di questi luoghi mica minoranze, ma anche correlata alla questione di Trieste. Ed infatti, sarà solo con la legge Costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1 entrata in vigore il 16 febbraio del 1963 che si risolverà il tutto positivamente. Ora, al fine di ricordare e valorizzare le origini, la cultura e la storia di autonomia del popolo friulano, è stata istituita la "Fieste de Patrie dal Friûl" nella giornata del 3 aprile, anniversario dell'istituzione dello Stato del patriarcato di Aquileia. In applicazione dell' articolo 6 della legge regionale 27/2001 che prevede che può essere esposta accanto alle bandiere italiana, europea e regionale, anche quella della comunità di riferimento. Ed in base alle Legge del 2015 numero 6 del FVG ora gli enti locali e gli uffici della Regione possono esporre all'esterno delle proprie sedi, in occasione della "Fieste de Patrie dal Friûl", la bandiera del Friuli. Vengono organizzate iniziative di varia natura, di carattere storico, culturale, "che si contraddistinguono per la continuità con i valori civili e culturali che hanno caratterizzato l'identità friulana".
Senza dimenticare le iniziative previste per le scuole, borse di studio ecc. Come dovrebbe essere noto in attuazione dell’articolo 6 della Costituzione, lo Stato italiano con la legge 482/1999 ha normato la tutela e la valorizzazione delle minoranze linguistiche storiche d’Italia. In FVG la legge ha individuato le popolazioni slovene, germaniche e quelle parlanti il friulano. Nei confronti della minoranza slovena la successiva legge 38/2001 prevede interventi di tutela "globali".Mentre la legge regionale 17 febbraio 2010, numero 5, promuove azioni di valorizzazione dei dialetti di origine veneta parlati in zone diverse della regione: triestino, bisiaco, gradese, maranese, muggesano, liventino, veneto dell’Istria e della Dalmazia, veneto goriziano, veneto pordenonese, veneto udinese. Ciò a significare la peculiarità della nostra regione. Sarebbe a dir poco ingiusto, vista l'istituzione della "Fieste de Patrie dal Friul", non istituire una giornata identica, con una Legge che preveda le medesime disposizioni per la citata festa, a favore delle comunità slovene e germaniche. 
 
Marco Barone 

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