Franceschini sì, Franceschini no

par MJAC
venerdì 27 febbraio 2009

Il Partito Democratico in difficoltà

Walter Veltroni si è finalmente dimesso ed è stato da parte sua un gesto meritorio ed apprezzato da gran parte degli italiani, sia di destra che di sinistra. Un gesto neanche tanto scontato, considerato il pervicace attaccamento alla poltrona di certi personaggi politici...

Il suo PD, preso alla sprovvista e sconcertato, non ha però saputo reagire nel modo più saggio che tutti, in fondo, si aspettavano: un congresso immediato in cui potesse risorgere un’idea comune, con una classe dirigente completamente rinnovata e soprattutto con nuove prospettive.

Le continue sconfitte della sinistra, ultima delle quali quella bruciante delle elezioni regionali in Sardegna, non sono solo il risultato delle errate decisioni del Segretario (anche se lui se ne è assunto la piena responsabilità), ma anche di tutti i suoi collaboratori e dirigenti del partito.

La nomina di Dario Franceschini, che era il vice di Veltroni, alla guida del PD non ha cambiato nulla, e ha diviso ancora di più il popolo di sinistra: alcuni militanti sono convinti che sia una scelta sensata, altri che sia un tragico errore.


Anche se rimarrà in carica sino al prossimo congresso nessuno può sapere che cosa potrà succedere nel frattempo. Si ha l’impressione che Franceschini continui la politica sbagliata sin qui seguita e cioè basata su un’opposizione che demonizza l’avversario come se fosse il suo unico scopo, guardandosi bene dal collaborare fattivamente col Governo e dando al mondo un’immagine dell’Italia simile ad un comico teatrino.

Fa pensare, infatti, che il primo atto del nuovo Segretario sia stato, oltre che lodarsi come persona capace di prendere le decisioni giuste, quello di scagliarsi contro il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con le solite e nauseabonde accuse che tutti conosciamo. Ma è possibile che non gli sia mai venuto il dubbio, a lui e a tutti i dirigenti della sinistra, che l’antiberlusconismo è divenuto oggi un efficace ricostituente per il centro destra?

Come se questo non bastasse pare che Franceschini, democristiano di sinistra, abbia intenzione di collocare il PD ancora più a sinistra di quanto abbia fatto Veltroni, dimostrando così di non avere ben compreso, nonostante le batoste, quale è il vero problema.

Ha ragione Giovanni Sartori che nell’editoriale di ieri sul Corriere della Sera ha affermato che la sinistra italiana, forgiata per tanti anni dallo stalinismo di Togliatti, non è riuscita, dopo la caduta della patria sovietica, a rifondarsi su basi socialdemocratiche, come è invece accaduto altrove. "La fede comunista", scrive Sartori, "si è semplicemente trasformata in un puro e semplice cinismo di potere...".

E se le cose stanno effettivamente così il Partito Democratico sembra destinato, nonostante il parere degli ottimisti, a rimanere ostaggio del Sindacato CGIL e della sinistra estrema, ben lungi quindi dall’essere quella forza di opposizione, necessaria e costruttiva, di cui ha bisogno il Paese.


Leggi l'articolo completo e i commenti