FAQ Italia: gli italiani fanno anche questo

par Damiano Mazzotti
sabato 5 settembre 2009

Il libro “FAQ Italia” (www.bompiani.eu, 2009) del giornalista Francesco Merlo, inizia come una trattazione scanzonata e finisce con l’impetuoso fluire di libere associazioni di un cervello italiano che vive in Francia (il libro non ha capitoli e l’editorialista lavora per “LaRepubblica” a Parigi).

Questo libro è molto vaporoso e indefinito (come gli italiani) e offre molti spunti interessanti. E dato che gli italiani vedono cose inimmaginabili in qualsiasi altro paese del mondo e ne fanno di tutti i colori pur di ingraziarsi i politici e i potenti di turno, riporterò solo alcuni brevi stralci:

“Purtroppo il femminismo italiano e, più in generale, la cultura di sinistra si ostinano a negare che alcuni uomini sessualmente solitari, stranieri e predatori, utilizzano l’organo sessuale come una pistola o come il coltello da piantare nel corpo della donna occidentale, dell’italiana: per rivalsa inconsulta… questi stupratori trovano più eccitanti le nostre donne in quanto libere di muoversi”.

“Si sa che l’Italia ha, anche nei rapporti internazionali, un modo di presentarsi che esclude la durezza. Quella famosa idea che siamo tutti figli di mamma e che la vita vale più dei regolamenti, delle opportunità politiche, e anche dei confini e della ragion di Stato, quella idea italiana che ha addolcito persino le ferocie del fascismo e del comunismo, quella idea che è stata spesso, e a ragione, considerata un segno di debolezza, forse sta diventando un segno di modernità in tutto il mondo. Forse, mostrarsi deboli e fragili, mostrarsi “italiani, oggi significa mostrarsi evoluti” (p. 81).

“E purtroppo a sinistra non vi sono storie ma carriere. Massimo D’Alema e Walter Veltroni hanno cambiato quattro volte nome al vecchio PCI ma sono ancora là a farsi la guerra: si fanno la guerra da quattro partiti” (p. 83). “Insomma Bossi si conduceva come oggi un albanese, come ieri un terrone. Come loro, Bossi vorrebbe essere risarcito dalla storia” (p. 87).

“C’è stato un tempo in cui gli interessi dell’Avvocato Agnelli erano gli interessi dell’Italia… Cavour fu in pratica il primo uomo d’affari della storia della politica italiana… era banchiere, proprietario terriero, agricoltore, fabbricante di prodotti chimici, editore di giornali, proprietario di mulini, azionista delle ferrovie… Allora, diciamo la verità: il conflitto di interessi è dentro l’Italia, non è un’anomalia solo berlusconiana, ma un radicato carattere italiano”.

La verità è che i giovani italiani sono migliori di noi e del nostro fascismo-antifascismo che era odio, ideologia, imitazione scimmiesca di valori che non ci appartenevano più. Fascismo e antifascismo rischiano di diventare categorie dell’arcitaliano, del cretino cognitivo” (p. 110).

Negli ultimi anni “mai al Quirinale viene eletto uno dei leader italiani, un candidato o un autocandidato di rilievo, ma sempre un minore, un uomo che dia serie e robuste garanzie di rincitrullimento… In Italia la scelta del capo dello Stato è il momento più basso della vita politica” (p. 111). Io aggiungerei che la scelta dell’ultimo presidente della Repubblica è stata fatta da deputati e senatori che non sono stati eletti direttamente dai cittadini italiani. Napolitano è stato eletto da burocrati di serie B, nominati in maniera anticostituzionale, antidemocratica e illegittima, dai vari segretari e padrini della piovra partitocratica. Per questo motivo questi rappresentanti di se stessi vengono lasciati fare, nel loro legiferare autistico, inconsulto e incostituzionale.

Dunque l’Italia è una Repubblica gerontocratica “fondata sul nonnismo; proprio come certe religioni… infatti vecchi signori arroganti comandano nelle università e nelle professioni. Uomini stanchi e spesso inaciditi hanno messo in piedi un efficientissimo sistema autoreferenziale di umiliazione delle reclute, di emarginazione dei pivelli che non siano disposti alla sottomissione culturale e ideologica, al quotidiano bacio della pantofola” (p. 115).

“Alcuni pensano che la linea discriminante dello scontro di civiltà sia proprio l’adulterio che in Occidente è stato derubricato da peccato mortale a peccato ultraveniale e forse persino a non peccato, a sbadataggine, mentre in Oriente è ancora l’onore dell’uomo” (p. 155).

Quattrocchi fu ucciso perché italiano, ma l’emittente filo islamica Al Jazeera non mandò in onda il video della sua esecuzione pur confezionato per quella televisione militante di guerra che regolarmente mostra sventramenti di bambini, esecuzioni, sgozzamenti… Non fu mandato in onda perché il vinto risultava vincente. L’ultima, disperata, eroica arma di un condannato a morte sono i suoi occhi, è sfidare con lo sguardo gli assassini… sfoderando gli occhi e pronunziando quella frase ormai famosa, “vi faccio vedere come muore un italiano”, Quattrocchi ha spiazzato e sconfitto… i levantini reporter loro alleati… In quel video, che ora sta su Youtube, c’è tutto l’onore dell’Italia”.

E ora per sdrammatizzare un po’ riporto qualche aforisma: “L’italiano ha un tale culto per la furbizia che arriva persino all’ammirazione di chi se ne serve a suo danno (Giuseppe Prezzolini, Codice della vita italiana, 1921); “Gli italiani sono stati scippati del primato europeo della delinquenza: per questo odiano i romeni” (Amian Azzott); “Il diavolo è talmente stanco da lasciare tutto agli uomini, che sanno fare meglio di lui” (Leonardo Sciascia); In Italia leggere è facile. Il difficile è dimenticare ciò che si è letto; “La cosmetica è il cosmo della pubblica opinione (Merlo); A volte solo chi si allontana dalla folla può trovare il Dio dell’amore” (Merlo); L’ottimismo di Stato è la dimostrazione dello stato dei cretini (Amian Azzott); La civiltà del silenzio è amara saggezza personale italiana (Merlo).

Comunque voglio concludere rispolverando il rimpianto per la “Nazione Mai Nata”, con una piccola nota poetica di Jorge Luis Borges (Non si sa nulla):

"La luna ignora che è tranquilla e chiara



Nemmeno può sapere che è la luna;

La sabbia che è la sabbia. Non c’è una

Cosa che sa che la sua forma è rara".

E così non si sa ancora nulla della fine che farà il nostro vecchio, famigerato e familistico Paese…


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