Evasione fiscale. Cause e rimedi

par Cesarezac
venerdì 28 settembre 2012

L’evasione fiscale esiste ovunque, ma nel nostro Paese si presenta con diffusione abnorme. Questo fenomeno è assai grave e determina una serie di conseguenze. Prima fra tutte una cocente ingiustizia sociale, in quanto a sostenere i costi della cosa pubblica è soprattutto una fascia circoscritta di cittadini che, di norma, non nuotano nell’oro e che, a differenza di altre categorie, non hanno alcuna possibilità di difendersi: pensionati e lavoratori dipendenti, le categorie di cittadini a reddito fisso, già pesantemente depauperate dall’avvento dell’EURO, e inermi contro l’inflazione che si preannuncia assai più incisiva che in passato.

Davvero gli Italiani sono un popolo di evasori incalliti senza paragoni altrove? Apparentemente sembrerebbe di sì e i dati lo dimostrano senza ombra di dubbio. Tuttavia, dietro ad ogni fenomeno vi è necessariamente una causa. Se il fenomeno non ci piace anche perché i danni che genera sono pesanti, cerchiamo di individuarne la causa. La pressione fiscale che opprime gli Italiani, non tutti, ma coloro ai quali non è concesso evadere, è la più elevata dell’intera Europa. Lo stesso Attilio Befera direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, ha dovuto ammettere che a carico di certi imprenditori, raggiunge il settanta per cento del reddito. La media comunque si attesta in prossimità del cinquanta per cento e oltre. Est modus in rebus! A questi livelli anziché parlare di prelievo fiscale, è più appropriato parlare di rapina di Stato ai danni non di tutti, ma dei soliti noti.

Stando così le cose, in molti casi, anche se non in tutti, evadere è legittima difesa! Molti piccoli imprenditori, artigiani, già gravati dai costi dell’energia, delle infrastrutture, della benzina, dei fitti, dei servizi, che pur eludendo gli adempimenti fiscali a stento sopravvivono, se stanati dovrebbero dichiarare fallimento e ugualmente continuerebbero a non poter pagare le tasse e per di più, cadrebbero a carico dell’assistenza pubblica. Se inoltre rapportiamo i servizi che lo Stato offre a fronte di quanto pretende, non possiamo non constatare che la sproporzione è inaccettabile: il servizio Giustizia è pessimo, per questo lo Stato viene sanzionato dalla C.E. ed è la prima causa del nostro dissesto economico, sociale e politico. Le infrastrutture sono assolutamente inadeguate e per quanto riguarda le strade, tale inadeguatezza genera un gran numero d’incidenti dal drammatico tributo di sangue. Se poi ci aggiungiamo lo sfascio della scuola, una pubblica amministrazione pletorica e inefficiente, risulta chiara la tentazione di evadere all’obbligo di un prelievo del tutto spropositato.

Per spezzare questa catena perversa, la strada è una sola: ridurre il peso del prelievo fiscale e rimuovere i numerosi ostacoli che impediscono, di fatto, di esplicare una qualsiasi attività imprenditoriale. In un Paese immobile, che non produce, nel quale la forza lavoro, oberata di gabelle e adempimenti astrusi, è inferiore al trentacinque per cento della popolazione, parlare di risparmiare è assurdo. Chi deve risparmiare? i disoccupati? Il governo fa credere che spread e debito pubblico siano i nostri problemi, risolvibili con l’aumento delle imposte e con il risparmio. Purtroppo gran parte della popolazione ci crede. Molti sono convinti che i sacrifici ai quali siamo sottoposti, proprio perché particolarmente gravosi, ci salveranno. Questo è un modo di ragionare semplicistico e piuttosto primitivo che cerca di giustificare la selvaggia spremuta del contribuente. Bisogna sopportare il bruciore dell’alcol sulla ferita in quanto è segno che disinfetta.

Inoltre si fa credere che ridimensionando i costi della politica risolveremmo ogni difficoltà. Questi sono trucchi che nella strategia militare si chiamano, manovre diversive, studiate per confondere le idee al nemico affinché lo si possa attaccare prima che se ne avveda. Non vi è dubbio che gli scandali, i guadagni spropositati dei politici ci turbano, chiamano vendetta e invocano sistemi e procedure che consentano di certificare ogni spesa e renderla accessibile agli organi di controllo e a tutti i cittadini. Tuttavia, ciò potrà placare la nostra emotività, ma non è la panacea che guarisce da tutti i mali.

I sacrifici cui il governo ci sta assoggettando, sono essi stessi causa di disastro economico, di recessione. Monti si dice soddisfatto del lavoro svolto e ottimista sul futuro. Tutti i dati disponibili dicono il contrario. C’è da scommettere che il futuro sarà peggiore del presente. Contribuenti di tutta l’Italia, unitevi! Proclamate lo sciopero fiscale! Signori del governo, questo o il prossimo, volete che paghiamo le tasse? Rimuovete gli ostacoli, riformate la macchina giudiziaria, adeguate le infrastrutture, consentiteci di lavorare e i denari arriveranno per noi e per voi.


Leggi l'articolo completo e i commenti