Europa del sud: criminalità e immigrazione clandestina
par Sergio Bagnoli
lunedì 18 maggio 2009
Il presidente del Copasir Francesco Rutelli( PD) lancia l’allarme immigrazione clandestina e chiede a Bucarest di frenare sulla concessione della cittadinanza ai moldavi
Al di là del dibattito assai acceso in Italia sul nuovo pacchetto-sicurezza voluto dal governo Berlusconi e delle critiche avanzate dalle Nazioni Unite al Ministro degli interni italiano Maroni per le pratiche di respingimento adottate nei confronti dei barconi che ogni giorno, trasportando decine e decine di clandestini, tentano fraudolentemente di approdare a Lampedusa, prima tappa verso il compimento del “sogno europeo” di milioni di africani, il presidente del Copasir Francesco Rutelli, socio fondatore del Partito Democratico, lancia un effettivo allarme affermando che “…dietro i disperati che tentano quotidianamente di superare fraudolentemente le frontiere dell’Unione europea operano gruppi mafiosi internazionali sempre più efferati e pericolosi”.
Anche a Bruxelles nella sede di Frontex, l’agenzia che dovrebbe curarsi dell’inviolabilità delle frontiere esterne comunitarie si condividono con l’esponente politico d’opposizione italiano le medesime preoccupazioni. Romania, Grecia, Cipro, Italia e Spagna sono indicati come i “ventri molli” d’Europa non solo, come comunemente si pensa, per l’inefficienza di leggi od organi di polizia ma soprattutto perché sono nazioni le cui frontiere verso l’universo extra-comunitario sono molto vaste e, per essere efficientemente controllate, abbisognerebbero dell’aiuto di tutti gli altri Stati membri dell’Unione. Le ultime quattro nazioni citate sono infatti penisole od isole (Cipro) piantate nel bel mezzo del Mediterraneo, di un mare cioè in cui quotidianamente migliaia di individui cercano di premere verso la sponda settentrionale, porta dell’Unione europea e del mondo ricco.
In Grecia, poi, anche la frontiera settentrionale con Albania e Macedonia è a rischio di diventare un colabrodo da cui far passare migliaia di clandestini provenienti dai Balcani. E’ infatti la mafia kossovaro-albanese, dice Rutelli, una delle organizzazioni criminali più temibili in quanto è lei che in buona parte, assieme alla mafia ucraina ad est di Bucarest, gestisce il traffico di clandestini, spesso minorenni, da destinare al mercato della prostituzione o dei trapianti illegali, nonché il contrabbando di droga ed armi, anche nucleari. A queste due organizzazioni criminali poi si aggiungono altre mafie come quella russa, nigeriana, colombiana, turca o cinese. La criminalità interna all’Unione, come le organizzazioni italiane od i clan nomadi romeni, invece, intervengono nella gestione del business illegale solamente in un secondo tempo ed all’interno del territorio comunitario, assumendo questi disperati come manovalanza alle loro dipendenze.
L’unico paese in gran parte terrestre tra quelli più esposti all’immigrazione clandestina invece è la Romania, le cui uniche frontiere comunitarie sono a sud con la Bulgaria e a Nord con l’Ungheria. In gran parte però il paese danubiano è circondato da nazioni extra-comunitarie come Moldavia, Ucraina e Serbia, abitate da una gran massa di disperati che ogni giorno tentano la fortuna, anche da clandestini, verso l’Europa unita. Per ora in Romania il tema dell’immigrazione clandestina non è tra i più sentiti ma con la crisi economica che ha colpito duramente anche a Bucarest è facile pensare che se non si troverà in tempi brevi una soluzione al fenomeno ben presto, come oggi in Italia, saranno le stesse istituzioni democratiche a rischio di sopravvivenza.
Rutelli, allineandosi a quanto affermano i commissari europei, infatti, lancia un monito al governo romeno, scongiurandolo di non dare attuazione al desidero di spalancare le porte del paese danubiano, concedendo loro la cittadinanza, ai moldavi, cittadini extra- comunitari in buona parte di nazionalità romena, giacché la Moldavia è con l’Albania il più misero paese europeo ed una parte del suo territorio, la Transniestra autoproclamatasi indipendente e filo- russa, è teatro dei più turpi traffici criminali ( prostituzione, droga ed armi). Bucarest, Atene, Madrid e Nicosia dovrebbero dunque, negli intenti dei governanti e politici italiani più a conoscenza del fenomeno, fiancheggiare Roma il prossimo cinque giugno a Bruxelles alla riunione dei Ministri degli interni dell’Unione, al fine di costringerla a farsi carico del problema immigrazione, irrisolvibile dai singoli stati- nazionali, e ad adottare una direttiva comune che elimini le varie differenze legislative in materia, differenze sulle quali giocano a proprio piacimento le mafie che gestiscono il turpe traffico.