Europa 7, un decennio di ricorsi e sentenze non rispettate. Ora nuove frequenze per Rai 1

par Valeria Ciotola
sabato 20 giugno 2009

Finalmente Europa 7 riuscirà a trasmettere, anche se non è stata rispettata la sentenza della Corte di Giustizia Europea. Già regna il silenzio. Solo il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro ne parla ancora.

 

Tra il 22 e il 30 giugno Raiuno sarà risintonizzata per dare spazio ad Europa 7.

Questa volte il digitale non c’entra nulla. Si sta semplicemente applicando quanto deciso qualche mese fa, ovvero assegnare a Europa 7 un canale analogico sottraendolo alla Rai. La proposta è partita dell’AGCOM e l’11 dicembre 2008 il Ministero dello Sviluppo Economico ha assegnato all’emittente televisiva le frequenze VHF III, occupate da Rai 1.

Europa 7 di Francesco Di Stefano, vincitrice del bando pubblico per l’assegnazione delle frequenze televisive nazionali nel luglio 1999, dopo varie vicende giudiziarie ha trovato finalmente un po’ di spazio, anche se molto limitato.


Sul blog dell’On. Antonio Di Pietro si legge: “Perche’ nessuno parla più, se non l’Italia dei Valori, del rispetto della sentenza della Corte di Giustizia Europea nell’assegnazione delle frequenze televisive abusivamente occupate da Emilio Fede a Europa7?” (Diffuso poi in comunicato stampa il 17 giugno - ASCA).

 

Per ricordare:

Nel 1999 viene indetta una regolare gara di appalto per l’assegnazione delle frequenze televisive nazionali. Vinse, oltre a Canale 5 e Italia 1, l’emittente di Francesco Di Stefano. Rete 4 avrebbe dovuto lasciare le frequenze al vincitore.

Questo non è mai avvenuto perché il Ministero delle comunicazioni, contravvenendo al risultato della gara pubblica, ha permesso a Rete 4 di continuare a trasmettere senza regolare concessione. Il governo D’Alema, che all’epoca dei fatti aveva la maggioranza, non assegnò mai le frequenze che spettavano di diritto alla rete vincitrice e anche il governo Amato nel 2001 si disinteressò completamente della questione. Nel 2002 la corte costituzionale confermò la sentenza, già emanata nel 1994, che nessun privato cittadino può possedere più del 20% delle frequenze televisive e tutte le reti eccedenti dovevano essere spostate sul satellite liberando il segnale analogico terrestre. Le bande libere sarebbero state assegnate ad Europa 7. In questo periodo Berlusconi accusò la Corte Costituzionale di produrre “sentenze con finalità politiche”.

Anche la sentenza della Corte Costituzionale non è stata considerata, e Berlusconi è intervenuto con il “decreto salvareti”. La legge Gasparri, approvata nell’ aprile 2004, oltre al riordino del sistema radiotelevisivo italiano, introduce l’impiego del digitale terrestre e permette quindi all’emittenti televisive esistenti di trasmettere regolarmente fino al passaggio sul digitale. Contro la legge Gasparri Europa 7 fece un nuovo ricorso al TAR, richiedendo anche un risarcimento per il danno subito. Il ricorso fu respinto. Contro la sentenza del TAR intervenne la Corte di Giustizia Europea che ha condannato l’Italia a pagare una multa pari ad € 350 mila per ogni giorno di ritardo nell’assegnazione delle frequenze ad Europa 7 e afferma con una sentenza che il sistema televisivo italiano non è conforme alla normativa europea e impone quindi criteri obiettivi, trasparenti e non discriminatori nell’assegnazione delle frequenze. Di Stefano ottenne un milione di euro a titolo di risarcimento danni. 

Adesso, anche se le frequenze assegnate all’emittente “sfortunata” permettono una scarsa copertura e per il momento sarà trasmessa esclusivamente in via analogica, Europa 7 inizierà a vivere.

Se Francesco De Stefano continuerà la sua lotta  potremo ancora sperare che anche in Italia possa esserci una tv libera.


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