Esplode il problema casa

par Paolo Borrello
giovedì 14 aprile 2011

Uno studio, realizzato dalla Cgil e dal Sunia, analizza l’evoluzione del mercato immobiliare residenziale, negli ultimi anni. Secondo questa indagine i canoni dei contratti rinnovati sono cresciuti nel periodo 2000-2010 mediamente del 130%, con punte del 145% nei grandi centri abitativi. Nello stesso periodo l’aumento medio dei costi degli immobili è risultato pari a +50%, fino al 100% nei grandi centri urbani.

Si sostiene nello studio: “In una situazione di generale difficoltà economica per le famiglie, le spese per le abitazione costituiscono oggi una delle voci principali del bilancio familiare: quasi 2,5 milioni di famiglie, pari al 10% del totale, si trovano in condizione di serio disagio nel pagare tali spese che pesano, infatti, per oltre il 40% sul reddito”. Le famiglie in maggiore difficoltà sono “le famiglie in affitto, quelle con redditi più bassi, inferiori a 15.000 euro, le famiglie monogenitori con figli minori, le persone sole con meno di 35 anni, a conferma delle difficoltà che i giovani incontrano nel realizzare il progetto di uscita dalla famiglia di origine”.

Si aggiunge che “Il 13,5% delle famiglie si è ritrovata nel 2008 in arretrato con il pagamento delle spese per la casa: il 12% con i pagamenti delle utenze domestiche, il 14% con l’affitto e l’8% con le rate del muto”. In sintesi quindi “aumentano le condizioni di disagio delle famiglie legate alla diminuzione dei redditi reali in fascia intermedia e alle minori capacità reddituali; aumentano le condizioni di forte disagio relativo alle famiglie che hanno un’incidenza delle spese oltre il 40% del reddito, oltre cioè la soglia ritenuta critica per l’equilibrio familiare”.

Quali sono le cause principali di questa situazione? “Tra le dinamiche che concorrono a definire il problema abitativo alcune sono legate alla tipologia familiare che negli anni si è fortemente modificata, con una diminuzione di componenti per nucleo familiare, oggi pari a 2,4 componenti per nucleo, ma contemporaneamente si è registrato un aumento dei nuclei. Ci sono più famiglie ma sempre più piccole (negli ultimi 30 anni le famiglie mono componente sono passate dall’8,5% al 27%). A questo deve aggiungersi la presenza dei migranti, ai quali si deve il saldo positivo della popolazione del nostro paese.

Al primo gennaio dello scorso anno gli stranieri residenti erano 4 milioni e 279 mila, il 7% del totale della popolazione. Gli irregolari sono stimati in circa 600.000. Per la quasi totalità sono persone che si rivolgono al mercato dell’affitto e corrispondono a circa 1 milione e 300 mila nuclei familiari dove l’80% vive in coabitazione con uno o più nuclei, l’85% ha un contratto non registrato o per una cifra inferiore, l’80% è monoreddito, il 70% percepisce un reddito inferiore a 15.000 euro annui. In sintesi si riducono i componenti per nucleo familiare ma aumentano i nuclei, sempre più famiglie e sempre più piccole, aumenta la popolazione per la presenza dei migranti”. La CGIL pone quindi al centro della casa perché “cresce un forte disagio abitativo” nonostante, riporta lo studio, nel nostro paese ci siano più abitazioni che famiglie, rispettivamente 32 milioni e 25 milioni, nonostante una produzione edilizia molto sostenuta, in particolare nell’ultimo decennio (escluso l’ultimo periodo circa 300 mila nuove alloggi ogni anno), nonostante si stimano essere 800.000 gli alloggi vuoti. Perché nonostante questi dati strutturali la casa è tuttora un problema. Ma se la casa sembra essere già oggi un problema nel prossimo futuro si manifesta “una chiara e drammatica tendenza”.

Si stima infatti che nei prossimi anni ci saranno in Italia tra le 13 e le 15 milioni di famiglie che disporranno di un reddito mensile di 1.500 euro al mese o poco meno. Si tratta perlopiù di nuclei il cui capofamiglia è un pensionato, un operaio, un giovane precario o un lavoratore extracomunitario stabilizzatosi in Italia. Essi rappresentano una sorta di ‘cuscinetto sociale’ che rimane al di sotto della media dei redditi dei cittadini italiani e sopra però la soglia di povertà. L’ esplosione di questa fascia di reddito intermedia non può trovare nel mercato attuale una risposta. E il Governo che fa? Si limita ad elaborare il fantomatico piano casa, privo di interventi realmente efficaci.


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