Esecuzione negli Usa, due ore di agonia

par Riccardo Noury - Amnesty International
venerdì 25 luglio 2014

Fermiamo immediatamente la pena di morte. 

È stata con ogni probabilità l’esecuzione più lunga e cruenta della storia recente della pena di morte negli Stati Uniti d’America. La cronaca dell’esecuzione di Joseph Rudolph Wood, avvenuta nel pomeriggio (ora locale) di mercoledì 23 luglio in Arizona, la trovate qui, insieme al motivo – orribile – della condanna a morte.

Qui vogliamo sottolineare il nuovo picco di vergogna raggiunto negli stati degli Usa che ancora eseguono condanne a morte. Abbiamo più volte raccontato, in questo post, l’assurda situazione verificatasi da quando, alcuni anni fa, le case farmaceutiche europee hanno deciso di sospendere le forniture di medicinali da utilizzare per le esecuzioni.

In alcuni stati, le esecuzioni sono state bloccate per aggiornare i protocolli di esecuzione; in altri, sono stati avviati passi legislativi per ripristinare l’uso della sedia elettrica; in altri ancora, si è scelta la strada della farmacia sotto casa.

E così, è successo che condanne a morte siano state eseguite non sapendo chi avesse prodotto (con quale preparazione scientifica, con quali dosaggi) le sostanze usate per l’esecuzione; e come nel caso di Wood, non sapendo neanche quali fossero.

È davvero giunto il momento che la Corte suprema federale prenda posizione e blocchi questi atroci esperimenti su esseri umani. Non si può chiamarli diversamente.


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