Erich Priebke: la morte sfruttata dalla propaganda di Stato

par Emilia Urso Anfuso
giovedì 17 ottobre 2013

Come da copione della migliore - o peggiore - propaganda di Stato, la gente impazzita ha coperto di calci, pugni, sputi e parolacce l’auto che trasportava le spoglie di Eric Priebke in quel di Albano Laziale: comune laziale scelto come palcoscenico di questa ennesima prova di come tutto debba essere utilizzato per scopi diversi da ciò che la coerenza chiederebbe.

Gente assatanata ha compiuto il rito richiesto dallo Stato: comportarsi da boia contro il boia. Che utilità possano aver avuto calci, sputi e pugni contro l’ormai ignaro Priebke – a meno che costoro pensino che un Priebke veda e senta oltre la morte – è dato sapere forse, solo a chi quei calci, pugni e sputi ha sferrato.

A mio parere nessuno di questi cittadini di Albano Laziale in effetti sa con precisione il motivo della rabbia estrema che necessitava di esser così violentemente vomitata. Ho anche il dubbio che cotanta rabbia non fosse tanto contro la salma di Priebke quanto una rabbia più profonda e oscura che nulla ha a che vedere con Eric Priebke, le vittime delle Fosse Ardeatine e quel poco che rimane della memoria storica del nazifascismo.

La gente, ad Albano Laziale come in tutta l’Italia, viene chiamata ad agire. Dall’alto. Premono il bottone rosso di comando e la gente opera l’azione richiesta. Si chiama “operazione di propaganda” e i mandanti sono sempre gli stessi, come sempre gli stessi sono gli elementi che rispondono ai comandi.

Sempre a mio parere, se in tutti questi anni – e Priebke ne aveva 100 – la popolazione italiana avesse effettivamente avuto desiderio di manifestare il proprio sconcerto contro il boia Priebke, avrebbe potuto farlo mentre era in vita. Magari soggiornando con un presidio stabile sotto la casa in cui ha abitato – agli arresti domiciliari – negli ultimi anni, fra la Via Boccea e la Via Aurelia.

Invece, complice un magistrale colpo di mano della propaganda di Stato, tutta la popolazione italiana si ricorda dell’esistenza di Priebke e dei 335 morti ammazzati delle Fosse Ardeatine solo al momento della sua morte che, sempre a mio parere, se vivessimo in una nazione migliore, proprio la propaganda di Stato doveva far vivere in un modo diverso.

Sarebbe bastato inventare che attraverso un comunicato dell’avvocato di Priebke, si veniva a conoscenza della volontà post morte di Priebke di non avere funerali ufficiali, di voler essere cremato – mettendo così a tacere qualsiasi protesta di estrema destra, delle comunità ebree e pure di gente che di Priebke non conosceva nemmeno l’esistenza e non ricordava neppure che fosse il boia delle Fosse Ardeatine – e di avere come ultima volontà, quello di esser messo nel dimenticatoio. Punto.

Qualcuno a questo punto potrebbe dire: “Ma sei matta? Come chiedere questa lunga serie di vere e proprie menzogne al nostro Stato”? A costoro vorrei ricordare che “propaganda” significa mistificazione della realtà. Avviene ogni giorno, in ogni nazione cosiddetta “civile” e da millenni. Persino ai tempi dei Cesari la propaganda = mistificazione della realtà veniva largamente utilizzata per gestire le popolazioni.

Invece no: la salma di Priebke - e non Priebke persona - è stata data in pasto a una popolazione incazzata per altri motivi, posta sull’altare sacrificale della coerenza e della continenza dei più bassi umani. Utilizzata per far sfogare esseri umani che si sa, necessitano di sfogo per le condizioni subumane cui è costretta a campare. Meglio calci e sputi contro Priebke che contro i componenti del Governo, sia mai.

La morte di Priebke doveva passare nel silenzio assoluto. Non doveva generare giornate di sterili dibattiti e sfociare in un brutto esempio di violenza – inutile anch’essa – contro una salma

Ribadisco ciò che ho scritto nel mio precedente editoriale dedicato alla morte di Priebke, in cui proponevo appunto la cremazione di Priebke – proposta che sembra oggi esser stata presa in considerazione – no, certamente no ai funerali di Stato in pompa magna, ma nemmeno l’utilizzo improprio di una morte che sarebbe stato molto meglio per tutti non sfruttare a fini propagandistici.

Non dimentichiamo poi, che Priebke muore a pochi giorni dal triste anniversario della Shoah, manco l’avesse fatto volutamente. Un segno divino. Come non coglierlo al volo...?

Dall'Enciclopedia TreccaniCos'è la propaganda

 

Foto: Wikimedia


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