Erich Priebke e l’ipocrisia italiana da funerale

par Carlo Santi
mercoledì 16 ottobre 2013

Erich Priebke è morto a cento (100) anni, il suo funerale è stato celebrato ieri nel Comune di Albano Laziale.

 

No, non è questa la notizia, a esaltare gli animi, pro e contro (più contro che pro), siamo sempre noi italiani, ipocriti e falsi idealisti.

Per carità, Priebke è stato, e sempre rimarrà, il “boia” delle Ardeatine, si è macchiato di crimini immani e deprecabili. Sarà sempre maledetto per quello che ha fatto, anche e soprattutto dopo la sua morte non troverà pace o, almeno, io me lo auguro.

Non è solo Priebke che mi schifa, ma anche l’italianotto medio che legge e condivide gli articoli di quei giornalisti che gridano allo scandalo e fomentano polemica a ogni pie’ sospinto. Mi schifa colui che si scandalizza e pensa che uno come Priebke non abbia diritto a una sepoltura, anche fosse indegna, o coloro che ritengono un’offesa alle vittime se qualcuno si prende cura della sua salma, ovvero coloro che sparlano a vanvera.

Erich Priebke era scappato in Argentina, dove vive tuttora la sua famiglia, alla quale lo abbiamo giustamente strappato. L’Italia ha chiesto di processarlo, ne ha chiesto l’estradizione e l’ha ottenuta. L’Italia ha chiesto di procedere e condannare Priebke e lo ha fatto, condannandolo al carcere a vita.

Carcere che, però, non ha conosciuto per lungo tempo.

Allora mi chiedo come possa essere successo che la stessa Italia che lo ha fortemente voluto; quell’Italia che gridava vendetta per i nostri morti, oggi come allora; la stessa Italia che si scandalizza e propone polemiche a tutto tondo, oggi non si chiede come mai Priebke, il boia delle Ardeatine, sia sopravvissuto fino a oltre 100 anni da“uomo libero” e a nostre spese.

Questo fatto è l’unica, vera e autentica offesa alle vittime, tutto il resto sono solo “chiacchiere e distintivo”!


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