"Er calamita" Renzi. Nessuno può resistergli

par paolo
venerdì 20 giugno 2014

Come un buco nero dotato di attrazione gravitazionale irresistibile, Matteo Renzi sta progressivamente svuotando tutti i suoi oppositori.

Basta accendere la tv, su qualsiasi canale, e hai una probabilità pari al 100% di vedere il faccino tondo di Matteo Renzi che, con il piglio risoluto del condottiero, catechizza, ammonisce, ammicca, suggerisce ed infine circuisce. Sembra che niente e nessuno possano resistergli. Frotte di nonne, mamme e zie già lo amano come fosse il loro figlio prediletto." È bellino, pare il mi' figliolo, suvvia lo si vota". Le più giovani lo ammirano e forse lo desiderano perché ha il fascino del comando, soprattutto dopo che il nostro si è circondato di una truppa di donne tra le quali spicca la delfina Maria Elena Boschi, donne che pendono letteralmente dalle sue labbra. Pensare ad una minima forma di dissenso o anche più semplicemente ad una semplice critica nei confronti di Matteo è fuori dalle corde di questo strumento armoniosamente accordato.

Parafrasando una famosa canzone di Battiato, possiamo dire che gli italiani hanno trovato finalmente il loro "centro di gravità permanente". Ha ceduto l'ala di sinistra interna del PD, ovvero i cuperliani e i civatiani sbertucciati come mai si è visto in un partito che si richiama (teoricamente) ai valori della "sinistra", umiliata la CGIL della Camusso e gli altri sindacatini definiti da Matteo con quel "ininfluenti" che ha distrutto il mantra del consociativismo, ha ceduto Berlusconi che non riesce a competere con un suo clone più giovane di quasi mezzo secolo e contro il quale non può giocare la carta dell'"anticomunismo"; sta cedendo Grillo, orfano di Casaleggio, che chiede l'elemosina di un dialogo fuori tempo massimo, credendo di buggerare Renzino e andando invece incontro alla altissima probabilità di essere scherzato; infine ha ceduto pure la sinistra-sinistra, quella di SEL dell'immaginifico Vendola, che raccoglieva gli ultimi orfani di quella che un tempo fu una gioiosa macchina da guerra.

SEL si spacca, una decina di parlamentari capeggiati da Gennaro Migliore, considerano già chiusa la vicenda Tsipras e confluiscono nel PD. Altri a breve li seguiranno. Nella circostanza è al limite dell'esilarante la dichiarazione di Migliore (SEL): "La sfida è costruire in Italia un soggetto unitario di sinistra", che è una dichiarazione di resa incondizionata proprio da parte della sinistra. Mentre tutti pensavamo che una parte dei dissidenti di sinistra del PD, soprattutto dopo le ultime vicende che hanno visto coinvolti personaggi come Corradino Mineo e Vannino Chiti, potesse uscire dal PD per costituire un polo di sinistra aggregato a SEL, sta invece avvenendo l'esatto contrario.

Potenza ammaliatrice del ducetto fiorentino che prima strega, poi circuisce ed infine fagocizza, con una tecnica che parte dal vecchio principio della "rottamazione" e sta trasformandosi in una sorta di macchina centripeta inesorabile, cui nessuno sembra in grado di poter sfuggire.

Ma cos'è che dà a Renzi tutta questa forza, questa capacità di stroncare chiunque cerca di mettersi di traverso al suo percorso di riforme? La risposta più semplice è: la debolezza degli altri.

Certo, ma c'è di più e quel 41% alle europee e il primo passo di quello che potrebbe diventare un autentico cappotto elettorale alle prossime elezioni politiche. Matteo Renzi è un istrione (più di Grillo e Berlusconi messi insieme), ha la verve del toscano lucido e spigliato, è giovane e il giovanilismo oggi va di moda, ha un imprinting democristiano che gli conferisce la giusta dose di doppiezza, ma soprattutto ha la spregiudicatezza di colui che non si accontenta mai e rischia il tutto per tutto. Sono sicuro che Matteo ha già messo nella sua prospettiva futura quella di diventare il Presidente della Repubblica, facendo precedere una riforma della Costituzione che gli conferirà quei poteri che oggi Napolitano si sogna. L'Obama italiano che tutta l'Europa ci invidierà. Perché Matteo pensa in grande ma ha la lungimiranza di chi ha il senso della concretezza. Le sue riforme "annunciate", magari non attueranno la rivoluzione dei massimi sistemi, probabilmente sortiranno un quarto di quello che lui quotidianamente ci rifila, ma si faranno e questo, in un paese campione di immobilismo, è già di per se un fatto rivoluzionario.

Il prossimo che sta per entrare nel tritatutto renziano è il M5S che Renzi sta cercando di svuotare dei suoi potenziali elettori, proponendo gli stessi argomenti del M5S ma in chiave più intelligente perché offre all'immaginario collettivo la sensazione che siano obiettivi raggiungibili, senza con questo dover squinternare l'intero paese. Insomma, possibile e indolore, basta abbandonarsi a lui e tutto andrà per il verso giusto. L'uomo della Provvidenza. Se pensiamo che solo pochi mesi fa il PD era il soggetto preferito della campagna acquisti da parte di Grillo, c'è da rimanere sbalorditi.

Se i famigerati 80 euro, che in alcune busta paga sono confluiti come "bonus Renzi", stanno sfinendoci a forza di sentirli ripetere come un nauseante refrain anche se si sta parlando di "cotto e mangiato" o dell'arte della cipolla fritta, nessuno può negare che l'effetto politico c'è stato ed è stato dirompente. Poi magari quegli stessi 80 euro verranno risucchiati da balzelli vari che congiuntamente Stato, Regioni, Province e Comuni stanno approntando sulla testa dei contribuenti, ma chi se ne frega, gli effetti speciali in fondo servono solo a questo. E poi vallo a dire a chi effettivamente li sta ricevendo e vediamo cosa ti risponde.

Come finirà? La domanda è in parte inutile e in parte crudele. Inutile perché a Renzi oggi non esiste alternativa e quindi è superfluo porsela. Crudele perché sappiamo che ogni sogno poi ci porta poi ad un risveglio, e in questo paese i risvegli sono sempre stati dolorosi, spesso tragicamente dolorosi . Berlusconi docet.

Chiudo con un botta di ottimismo racchiusa in una frase: "Fusse che fusse la volta bona", lo diceva un grande filosofo contemporaneo, si chiamava Nino Manfredi e molti lo avevano scambiato per un attore di cinema e tv.

 

Foto: Palazzo Chigi/Flickr


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