Equitalia: c’è un genocidio in atto. Il mandante? Lo Stato

par Emilia Urso Anfuso
mercoledì 8 febbraio 2012

Si susseguono i suicidi di onesti cittadini vessati dall'agenzia 

C'è in atto un genocidio e va avanti da anni. Un genocidio per mano dello stato e dei governi. Un genocidio che parla di equità e democrazia mentre toglie la vita a chi, per disperazione e vergogna, sceglie un atto estremo come procurarsi la morte. Morti che non sono mai frutto di suicidi ma veri omicidi. Di Stato.

Uno Stato, il nostro, che arrota tutto ciò che ritiene arrotabile, frantumabile, vessabile – mi si consenta il termine - e convertibile eventualmente in un tornaconto. Uno Stato che è frutto di malapolitica e mala amministrazione. Ereditata in anni di corruzione consentita a pieno titolo. Anche dai cittadini. Forse, sopratutto dai cittadini.

Cittadini che si sentono inermi vittime, perchè nessuno mai ha insegnato loro il vero significato della parola “diritto” o della stra utilizzata parola “equità”. Troppo utilizzate infatti per esser poi messe in pratica. Avviene sempre e da sempre. Le cose più citate sono le meno reali.

Oggi, o meglio ai giorni nostri, viviamo una presenza ostile nel nostro territorio che appare del tutto insdradicabile. Perché il nemico stavolta è nello stesso territorio in cui viviamo. Costretti ad essere cittadini in un sistema che non piace quasi a nessuno ma che non presenta opzioni se non l’assoggettarsi completamente o fuggire via. Verso mete che non puliranno né colpe né disperazioni. Perchè il male lo hai dentro, e te lo porti ovunque, se sei costretto a partire malgrado tu voglia restare.

Lo Stato, si fa carnefice e nemico dell’unico motivo per cui esiste: i propri cittadini. Che in un mormorio ormai perenne che grida parole di odio ed amore contemporaneamente, non sa più districarsi nei mali, perché i mali sono ormai troppi e persino impossibili da seguire tutti per trovarne il capo.

Equità e democrazia grida perennemente il nostro Stato. E con lui i governi, figli illeggittimi dello Stato che ha per nipoti di quarto grado, cittadini figli ormai solo di sé stessi e quindi completamente orfani.

Uno Stato che ha saputo rendere malvagia l’idea di continuare a vivere nell’onestà è il peggiore dei nemici per tutti. Uno Stato che ha riserato per tutti – o quasi – giochi orrendi come quello di compiere un atto estremo di genocidio, falcidiando migliaia e migliaia di persone attraverso il misfatto di una Equitalia che equa è solo nel nome. Ed al cui interno, i due unici soci dovrebbero esser gli stessi a dare sostegno, anziché uccidere vite rese disperate dall’inequità e dalla disuguaglianza. Agenzia delle Entrate. I.N.P.S. Prese così, singolarmente, appaiono persino innoque. L’I.N.P.S. addirittura, è la stessa che si occupa di previdenza. Di sociale. Dando. Poco, ma dando. Per poi togliere tutto e tutto insieme, da un’altra via. Una strada traversa. Quasi non ci pensi. Quando tutto ormai è inutile, quando ti tolgono persino l’aria per respirare e giungi a pensare che allora è meglio morire, a tutto pensi, tranne che dietro quell’orrore, quelle cartelle più o meno pazze, quelle confische dei beni, ci possa esser dietro proprio l’I.N.P.S. Socio quasi alla pari di quella Equitalia cosi poco equa da essere una burla aberrante per tutti.

E’ così che lo Stato italiano miete vittime. E’ così che molti suicidi, spesso ignorati dalle cronache nazionali o taciuti dalle stesse famiglie, in un anelito estremo di dignità, portano la firma inequivocabile dello Stato Italiano. Che compie strani suicidi/omicidi per non accollarsi mai la colpa di nulla.

In queste ore, un’altra vittima va a rimepire le fila dei morti fintamente suicidatisi perché realmente uccisi dallo Stato e dal sistema. Un altro morto di troppa dignità. Che non c’è spazio per gli onesti nel nostro territorio, sia chiaro a tutti.

Uno fra i tanti. Troppi. Che a mio parere già un solo suicidio per ragioni così aberranti ha il sapore di una strage. Invece, già nelle prime fasi di questo nuovo anno, i morti sono decine. Decimati da una democrazia ed una equità sventolate solo a parole.

A Padova oggi c’è un uomo onesto in meno. Un tassello di inequità in più. Là dove è crollata un’altra vittima incolpevole, lo Stato ha messo un’altra bandierina. Come nella battaglia navale. Nel risiko. Nei giochi di una qualsiasi consolle, dove al massimo a morire è qualche pixel.

Lo Stato gioca con le vite umane, tradendo la sua unica vera missione: servire gli italiani. Che invece, sono ormai serviti su un piatto d’argento come su un altare sacrificale cui sacrificare persino l’ultimo respiro.

Viva l’Italia degli onesti. Viva l’Italia di chi parla poco ma fa tanto. Viva l’Italia intesa come cittadini e non come supremazia del sistema. Meno Stato e più esseri umani. Forse questo potrebbe essere lo spunto di riflessione per tutti per ripensare il tutto. Forse.


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