Epr o Centrali nucleari di terza generazione: sicure come Chernobyl

par Ettore Trozzi
venerdì 25 marzo 2011

Quando dicono che qualcosa è sicuro o buono per te, significa che è sicuro o buono per loro. Se qualcuno proteggerà la tua vita e la tua sicurezza, quel qualcuno non potrai essere che tu. (Irwin Bross, oncologo)

Il governo italiano vuole costruire diverse centrali nucleari in Italia e per rassicurare i cittadini, inorriditi alla sola parola nucleare, sostiene che saranno le più sicure del mondo: le EPR, o Centrali nucleari di terza generazione.Ma fermiamoci subito e chiariamo due aspetti molto importanti:

  1. Non esistono centrali nucleari sicure. Punto. Come mai? Per diverse ragioni, visibili ai vostri occhi (pensate a quello che sta succedendo in Giappone), di cui ho parlato in questo altro post.
  2. Le centrali EPR non sono le più “sicure” al mondo. Perché? Semplice: nel mondo non ci sono EPR funzionanti, ma solo in costruzione. Le cosiddette centrali di terza generazione, infatti, non sono altro che un prototipo. Quali studi ci possono garantire che le centrali EPR saranno sicure? Se le EPR sono un prototipo allora verranno “provate” sulla nostra pelle?

Background: cosa differenziano le EPR dalle altre centrali?

Alcune cose. Le EPR cercano di dare (senza riuscirci) una risposta al problema sicurezza: da una parte il tentativo è quello di rinforzare la centrale per evitare che fattori esterni possano intaccare il nucleo o le barre d’uranio (da terremoti, maremoti, attacchi terroristici, ecc), mentre dall’altra si cerca di trovare una soluzione per lo smaltimento delle scorie. Risultati? Nessuno.

Le centrali di terza generazione non sono affatto sicure, come millanta il governo, ma anzi per alcuni versi sono quelle meno sicure. Non lo dico io, ma l’Autorità finlandese per l’energia atomica, in collaborazione con le sue sorelle inglesi (Hse) e francesi (Asn), che ha evidenziato gravi errori nel dispositivo di emergenza dell’impianto EPR che si sta costruendo a Olkiluoto in Finlandia. Questa grossa falla al sistema di sicurezza potrebbe causare una tragedia due volte superiore a quella di Chernobyl. Inoltre, dove si stanno costruendo queste nuovi centrali, i cantieri hanno subito ritardi a causa dei numerosissimi (oltre 2000) problemi di sicurezza e progettazione, tipici di ogni prototipo.

Il caso della Finlandia: Olkiluoto 3.

Come ho sottolineato diverse volte, l’EPR sono dei prototipo e non ne esistono di funzionanti. Attualmente se ne stanno costruendo quattro, una delle quali in Finlandia sull’isola di Olkiluoto dove ce ne sono già due vecchio stampo. Durante la costruzione di questo colosso nucleare sono emerse gravi falle alla sicurezza, ritardi nella data di consegna dell’impianto e aumento dei costi di produzione della centrale.

Ma andiamo per ordine: il progetto per il reattore EPR è stato approvato nel 2009 dal parlamento finlandese; successivamente sono stati chiariti i termini ed è stato stipulato un contratto di 2,6 miliardi con la multinazionale francese dell’energia AREVA. Il contratto prevedeva la fine dei lavori per il 2009, ma il cantiere è ancora lungi dall’essere terminato e adesso si parla del 2013 quale data di conclusione dei lavori. I costi sono più che raddoppiati: oggi si parla di 5,5 miliardi di dollari, ma i costi potrebbero anche aumentare.

Durante questi anni sono state scoperte diverse falle alla sicurezza, tutte scoperte per merito di inchieste esterne come quella che vi ho raccontato della Autorità finlandese sull’energia atomica, ma anche svolte da ong di tutto prestigio come Greenpeace. Si è scoperto, per esempio, che agli operai spacciati come specializzati dall’Areva (molti dei quali alla loro prima esperienza lavorativa) non venivano date istruzioni su come fare le saldature (importantissime per la sicurezza della centrale!) e su come riparare i numerosi danni alla struttura che si presentavano man mano. Racconta Andrzej Miciak, saldatore e manovale polacco che ha lavorato alla costruzione dell’EPR finlandese fino al 2007: 2Se qualche caporeparto individuava un danno, un rinforzo rotto o danneggiato, ci diceva di coprirlo col cemento senza apportare nessuna riparazione".

Inoltre il problema sicurezza non va limitato al periodo della costruzione della centrale, anche se i tecnici hanno seri dubbi che una centrale del genere possa essere considerata anche vagamente sicura. Il problema della sicurezza va oltre e arriva allo smaltimento delle scorie radioattive. Se infatti nelle EPR queste scorie sono volumetricamente più piccole, non va dimenticato che sono le più radioattive al mondo. Più di qualsiasi scoria prodotta da qualsiasi altra centrale. Se già non si riescono a smaltire le scorie nucleari “normali”, come si può pensare di riuscire a smaltire queste che sono ancora più radioattive? In Germania, uno studio condotto dai più importanti scienziati della scena mondiale, ha determinato che nelle zone circostanti le centrali nucleari i casi di leucemia infantile sono il doppio rispetto alla norma. Vi potete immaginare cosa potrebbe succedere con queste EPR che producono maggiore radioattività?

Il caso della Francia: Flamanville 3

Ovviamente, essendo la tecnologia e il brevetto in mano alla francese Areva, anche in Francia stanno costruendo un reattore nucleare EPR. I risultati sono simili alla costruzione finlandese. Problemi di sicurezza sono stati evidenziati sin dal 2007, tant’è che nel Maggio 2008 la ASN (Agenzia francese per la sicurezza del nucleare) ha imposto uno stop ai lavori per permettere ai tecnici di risolvere i problemi alla sicurezza. E’ stato provato, infatti, che la composizione del calcestruzzo che è stata versata alla base del reattore era povera e non adatta a garantire la sicurezza. Sono state anche notate delle crepe alle barre di rinforzo. Anche a Flamanville 3, inoltre, i costi sono più che raddoppiati ( da 2,5 miliardi a quasi 6) e la consegna posticipata al 2014.

Un piccolo dubbio: cosa succederebbe in Italia?

Abbiamo visto che la costruzione delle centrali EPR è molto dedicata e andrebbe svolta con la massima diligenza e attenzione. Un minimo errore, una minima noncuranza può portare ad effetti catastrofici, molto più di quanto lo sia stato Chernobyl. E gli errori che sono stati commessi fino ad oggi non sono nemmeno minimi, ma strutturali: non sono dovuti ad un operaio un po assonnato, ma ad una ignobile volontà da parte delle multinazionali del nucleare a voler risparmiare su materiali e su operai specializzati per poter ottenere un maggior profitto.

Cosa succederebbe in Italia? In un paese in cui gli appalti sono in mano alle mafie e in cui - vedi L’Aquila - non si riesce a costruire un ospedale antisismico? Siamo al 67mo posto nella classifica dei paesi meno corrotti. Anche il Ruanda è meno corrotto dell’Italia. E chi ci garantisce che la corruzione non entrerà anche nelle centrali nucleari? Chi ci garantisce che le mafie non costruiranno le nostre centrali? Forse questo governo?

Chernobyl non è poi così lontana.

Crediti immagine: -Eudoxus-


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