Emma Bonino, nei sondaggi la nuova Presidente della Repubblica

par Fabio Della Pergola
giovedì 11 aprile 2013

Con buona pace di Marco Travaglio dobbiamo finalmente salutare Emma Bonino, prima donna Presidente della Repubblica italiana. Prima donna e primo radicale, cioè esponente del più vecchio partito italiano tuttora esistente, a raggiungere lo scranno più alto e più prestigioso del nostro paese. Un Presidente condiviso eppure così diverso e così “altro” rispetto ai Grandi Elettori delle istituzioni e dei partiti che l’hanno voluta, da farci pensare che finalmente qualcosa si stia muovendo in questa povera Italia.

È quello che scriverei nel caso i sondaggi - che il Partito Radicale ha riassunto e che allego qui sotto - dovessero sorprendentemente essere confermati dalle scelte dei Grandi Elettori. Al momento le preferenze degli italiani sono chiare.

corriere.it – finora hanno votato in 184.213

1. BONINO Emma 29.9% 2. PRODI Romano 13.1% 3. RODOTA' Stefano 8.3% 4. STRADA Gino 5.6% 5. LETTA Gianni 4.7%

ilfattoquotidiano.it – attuali votanti: 96.552

1. Emma Bonino 20.44% 2. Stefano Rodotà 15.96% 3. Romano Prodi 12.13% 4. Milena Gabanelli 8.97% 5. Gino Strada 7.34%

lastampa.it – attuali votanti: 17.548

1. Emma Bonino 24% 2. Romano Prodi 16% 3. Stefano Rodotà 12% 4. Gustavo Zagrebelsky 7% 5. Gino Strada 4%

ilsecoloxix.it – attuali votanti: 1805

1. Emma Bonino 36% 2. Stefano Rodotà 16% 3. Gustavo Zagrebelsky 14% 4. Annamaria Cancellieri 13% 5. Romano Prodi 10%

espresso.repubblica.it – attuali votanti: 28.893

1. Emma Bonino 11.749 2. Romano Prodi 5.858 3. Stefano Rodotà 3.692 4. Gustavo Zagrebelsky 1.318 5. Nessuno di questi 1.295

sole24ore.it

1. Emma Bonino 30% 2. Romano Prodi 13.8% 3. Annamaria Cancellieri 9.1% 4. Stefano Rodotà 8.2% 5. Gianni Letta 6.8%

Contrariamente a quello che avevo scritto in precedenza, anche in aree più vicine alla sinistra, dove sembrava prevalere Prodi, Emma Bonino è invece nettamente in pole position.

Forse anche la sinistra sta cominciando a capire che una posizione più decisamente laica non è la ‘rovina’ morale del paese, ma ne è al contrario un toccasana.

Voluta da destra, forse perché di animo liberista, ma tenuta sempre in posizioni ben defilate rispetto alla politica politicante di casa nostra (e infatti fu spedita a Bruxelles), e apprezzata da alcuni settori della sinistra mainstream (Bersani la definì una “fuoriclasse”), tanto quanto mal sopportata da alcuni settori di sinistra-sinistra per le sue idee in politica economica o in politica estera e dai cattolici di ogni schieramento per la laicità orgogliosamente e senza compromessi affermata come necessità inderogabile di uno Stato moderno.

In prima fila in ogni battaglia radicale per i diritti civili in Italia e in prima fila, a fianco di una donna scomoda come la moglie di Mubarak, nel contrasto a quella infame pratica delle mutilazioni genitali femminili tragicamente diffusa in tutto il mondo islamico.

Il profilo è altissimo e ben lontano dal melenso buonismo da parroco di campagna di un Prodi. Più prossimo al profondo senso dello stato e della difesa puntigliosa della Costituzione di un Rodotà o di un Zagrebelski.

In più è donna, che non vorrebbe dire niente - una donna come la Thatcher sarà ricordata per la sua spietata durezza e la ferrea volontà di risolvere manu militari le controversie internazionali - ma che in un paese così ottusamente maschilista come il nostro di sicuro non guasta.

E infine è radicale, cioè capace da sempre di rivendicare l'autonomia reale (non di facciata) delle istituzioni repubblicane dalle ingerenze politiche e sociali del Vaticano e di mettere sotto accusa il sistema dei partiti e le loro connivenze occulte, indicando la via per uscire dalla “peste italiana senza arrivare ai proclami beceri (e dalla gestione occulta nei fatti con buona pace della tanto decantata "democrazia dal basso" in cui "uno vale uno") del grillismo contemporaneo.


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