Emendamento Bricolo, una vera e propria liberalizzazione delle armi

par Enea Melandri
giovedì 4 agosto 2011

Come sempre accade quando si vuole far passare qualcosa di nascosto, lo si infila nelle pieghe di un testo che c'entra poco o nulla, e si spera che nessuno se ne accorga. È il caso dell'emendamento Bricolo (Lega Nord), dapprima innestato surrettiziamente nel Decreto Sviluppo ed ora ricomparso nel Decreto sul Rifinanziamento delle Missioni all'estero.

Ora il codicillo in questione è stato trasformato in un semplice ordine del giorno per non mettere a rischio l'approvazione dell'intero decreto, ma le commissioni Difesa ed Esteri del Senato l'avevano già accolto.

Cosa prevede l'emendamento Bricolo? Si chiede la modifica di una legge del 1975 e l'abrogazione del Catalogo Nazionali delle Armi Comuni da Sparo, quello che associa il numero di matricola di ogni arma ai dati del suo possessore; si vuole inoltre, demandandola ad un successivo provvedimento, una riclassificazione delle armi.

Una liberalizzazione delle armi in piena regola. "Una follia" la definisce Casson, del PD, con cui si abbassano "i livelli di controllo sulla criminalità organizzata e sul terrorismo"; l’emendamento, commenta un analista de La Stampa, avrebbe permesso la strada alla costituzione di milizie armate (prima le ronde, poi la depenalizzazione del reato di banda armata - qui - la Lega finisce sempre lì...).

Per quanto riguarda la riclassificazione, sempre stando a La Stampa, pare invece che la proposta leghista avrebbe permesso anche la commercializzazione di armi da guerra, in grado di sfondare la blindatura di alcuni veicoli e i giubbotti antiproiettile.

Cos'altro aggiungere? Gli istinti violenti, predatori e maschilisti (come sul tema della caccia) della Lega non si quietano, e stanno velocemente trasformando il movimento "d'ispirazione regionalistica" in una feroce formazione neofascista ("Siamo sempre gli stessi" come ebbe a dire Borghezio all'estrema destra francese), che lusinga lo squadrismo e la lotta armata.


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