Elsa Fornero non ci piace. E vi spieghiamo il perché...

par Nicola Spinella
mercoledì 11 aprile 2012

Ancora in auge la "ministressata" Fornero, rea stavolta di esercitare un potere censorio inadeguato ad una forza di governo che non promana dal risultato delle urne ma dalla volontà di alcuni soggetti della finanza.

Quando in una disputa non riesci ad avere la meglio con l'utilizzo delle armi consuete in mano al retore, inizi a giocare sporco. Un po' come quei soldati di quel certo paese che usano i mitra contro i ragazzi che lanciano pietre con la fionda...

Succede che in Emilia, nobile terra dedita al lavoro, una direzione provinciale del lavoro tiene ancora alto l'interesse sui diritti e sulle esigenze di chi vive da protagonista il mondo del lavoro.

Succede altresì che a Roma, città della fede e del vizio dei 945 parassiti più lagnosi d'Italia, una donna più adatta allo sportello di una banca che alla poltrona di un dicastero, decida di oscurare una lanterna informativa irrinunciabile per chiunque volesse districarsi nella selva oscura delle normative sul lavoro.

Gioca sporco, Elsa la Sanpaolina: a differenza dell'Apostolo viaggiatore continua ad usare la spada contro gli oppositori, poiché con le parole ha mostrato limiti degni di un mediocre alunno della terza elementare.

Le lacrime dei primi giorni di governo si sono dissolte, disvelando l'arroganza propria di chi non può rivestire cariche pubbliche, poiché del pubblico non ha conoscenza alcuna.

Per evitare fraintendimenti, l'amica di Confindustria ed editorialista del Sole24ore, dispone la chiusura del sito del DPL di Modena, sito di riferimento per tanti lavoratori non solo della provincia della Ghirlandina. La motivazione strappa un sorriso ma genera paura: bisogna garantire l'uniformità tra le informazioni relative all'ambito di competenza del ministero del lavoro. Si può conoscere soltanto quello che il ministero deciderà di far conoscere. Ricordo un paio di esperienze storiche che adottavano questo miserabile espediente per pilotare informazioni e consensi. 

Sgomento: tra le istituzioni (l'assessore provinciale al lavoro Ori chiederà la revoca dell'assurdo diktat di chiusura), tra i sindacati (che giustamente contestano il venir meno di una fonte di riferimento autorevole, raro esempio di efficienza nel mondo del lavoro). E sul web in molti si scatenano contro una censura difficile da digerire.

L'imperium forneriano è un pericoloso autogol, una palla da cogliere al balzo per demolire la parva credibilità di un governo di professori che deve fare gli interessi di Unicredit e Intesa Sanpaolo. Ci provano le forze politiche da sempre avverse all'esecutivo, come l'Italia dei Valori (la capogruppo al Senato Bugnano parla addirittura di pensiero unico che il governo vorrebbe imporre).

Inutile: non si dica che l'attività della Fornero sia utile per realizzare una valida riforma del lavoro che possa, in pochi anni, riportare alla crescita l'economia del nostro paese. La ministressata è, in maniera evidente ed inequivocabile, un' ipocrita nel senso greco del termine: una pessima attrice che non riesce a mascherare i suoi intenti, volti a garantire ancora una volta le prerogative di una casta.

Tante parole, tanto sdegno ma il sito del DPL di Modena rimane oscurato. Per una volontà che molti ritenevano occulta. E che adesso sta minando gravemente le basi della democrazia.


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