Elsa Fornero ed i giovani "choosy". Ma c’è anche chi scrive "grazie Fornero"...

par Emilia Urso Anfuso
giovedì 25 ottobre 2012

In un articolo di opinione apparso su panorama.it, Marco Ventura sostiene senza alcun dubbio la versione Fornero sulla poca adattabilità dei giovani al primo lavoro. Lo fa con un’enfasi tale che gli fa dimenticare altre realtà, altre possibili visioni dello stesso problema. Avere una visione monolitica di un problema complesso non fa onore a nessuno. Né alla Fornero, né a chiunque sostenga a spada tratta qualsiasi azione o pensiero mancante di possibili alternative visioni prismatiche.

Ventura, si sa, è un collega ligio. Ligio alla professione e ligio nell’abbracciare in toto cause che ritiene via via di dover santificare fino al punto da divenire opinionista sostenitore integralista delle sue sole idee. Si dimise dalla redazione del quotidiano "Il Giornale" perché ritenne che non gli si lasciava troppo spazio per tessere le lodi di Silvio Berlusconi (...). In questa intervista a Luca Telese, nell'ultima domanda potete leggere il fatto accaduto a suo tempo.
 
Rispetto profondamente lui, il suo modo di fare giornalismo e di abbracciare cause di qualsiasi tipo. Sono per la libertà totale di opinione e di espressione. Non comprendo, ma rispetto. Il giornalismo però, anche quando si fa opinione, dovrebbe lasciare aperte porte di possibili visioni prismatiche, si da lasciare liberi i lettori di poter compiere quel sacrosanto “miracolo” chiamato opinione propria.

Orbene: se è pur vero che in Italia molti giovani sono “rei” di non sbattersi più di tanto nella ricerca di un qualsiasi primo lavoro, e rimangono sospesi in uno stato “meditativo” convinti di poter prima o poi assurgere ai fasti di incarichi di prestigio per il solo fatto di aver ottenuto un qualche pezzo di carta da attaccare alla parete con tanto di cornice, tanti sono coloro – e non da oggi – che pur di lavorare, trafiggono con la freccia del compromesso estremo anni di studi, dedicando la loro ricerca di impiego ad incarichi del tutto lontani da ciò in cui si sperava o per cui per anni ci si è affannati sui libri.

Call center colmi di laureati sono lì a testimoniare le mie parole, ma non solo. Commesse nei negozi, distributori di volantini nelle strade e di giornali free press alle uscite dalle metropolitane. Non è che ci voglia un sondaggio Istat per vedere la poliedrica realtà che affligge il nostro paese sul tema giovani ed accesso al lavoro. Spesso peraltro costoro - umiliati nel fondamentale diritto ancor oggi sancito dalla nostra Costituzione di trovar lavoro a seconda delle proprie attitudini – sono costretti pure a ritenersi “fortunati” di aver trovato un qualcosa da fare pur di non stare del tutto a ridosso delle economie familiari.

Ritengo che, quando si ricoprono ruoli pubblici e negli ambienti che dovrebbero essere più vicini alla vita sociale del paese, si dovrebbero ben calibrare le parole, pesarle ed utilizzarle al fine di non creare mai dubbi, mistificazioni e rivolte civili. Il compenso che si ottiene ogni mese per l’incarico di Ministro, comprende anche la capacità di non sbagliare a parlare, di non fare di tutta l’erba un fascio, di non sproloquiare ottenendo dai propri sproloqui sentenze unanimi di disapprovazione popolare.

E ricordo anche, a tutti, che la popolazione non ha il dovere di conoscere termini in lingue diverse da quella nazionale: la Fornero quindi, dovrebbe rivedere nel suo complesso il suo modo di interagire con la popolazione, sia essa un ministro “tecnico” o meno. Perché la tecnicità non da mai a nessuno il diritto di irriverenza.

Oltretutto, i modi irrispettosi – parte ormai integrante, a quanto pare, di un sistema politico/tecnico che sfida continuamente a parole e coi fatti la fonte primaria dello stato italiano: i cittadini “comuni” – provenendo da quegli ambiti che dovrebbero semmai sostenere i diritti umani a 360° appaiono ancor più stridenti, se si considera che la Fornero ricopre un ruolo di cui tutti ormai ci chiediamo la reale necessità: è un Ministro del “lavoro” nel senso che tende ad ottenere minori garanzie per i lavoratori ed i pensionati ed è anche, ministro dell’ex welfare. Una situazione quanto meno schizofrenica, ammetterete, considerando che in Italia il Ministero del lavoro è quello che costa ai cittadini la cifra più alta fra tutti i Ministeri: 100 milioni di euro l'anno.

Un consiglio spassionato: più umanità. Più consapevolezza reale del proprio ruolo. Più dimestichezza con le metodiche comunicative che dovrebbero essere il primo fondamento di chiunque sieda dietro una scrivania sopra la quale si tracciano i confini della vita di milioni di persona e si siglano DDL ed accordi che non possono far dimenticare come il bene primario di ogni nazione, siano i cittadini.

Ed un ultimo pensiero: mai oltraggiare la popolazione se poi nel proprio microcosmo non si può applicare quanto si dichiara e si auspica. In queste ore infatti, molti utenti – giovani e meno – si chiedono se la figlia del Ministro Fornero abbia mai avuto la possibilità di “non essere…choosy”.

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