Elezioni regionali: su l’astensionismo e giù Renzi
par Paolo Borrello
lunedì 1 giugno 2015
Sono diverse le valutazioni che possono essere formulate riguardo ai risultati delle elezioni regionali.
Le principali mi sembrano due: la forte crescita dell’astensionismo (ha partecipato al voto solo il 52% degli elettori mentre solo un anno fa alle europee vi parteciparono il 59%)e la notevole diminuzione dei voti ottenuti dal Pd di Renzi.
La percentuale ottenuta dal Pd è molto distante dal 40% delle europee, anche se quella ottenuta alle regionali è influenzata dai consensi indirizzatisi alle varie liste civiche che sostenevano i candidati del centrosinistra. Probabilmente, rispetto ai risultati delle europee, il Pd di Renzi ha subìto, nelle elezioni regionali, una riduzione di circa il 10%, almeno.
Mentre la crescita dell’astensionismo era prevista, la forte diminuzione dei voti al Pd non era prevista, nelle dimensioni nelle quali si è verificata
Con l’astensionismo sarà necessario, una volta per tutte, che i partiti, e quindi anche il Pd, facciano davvero i conti, rinnovandosi nella misura dovuta. Altrimenti non ci si potrà che attendere un’ulteriore crescita dell’astensionismo.
A tale proposito occorre però aggiungere che nelle elezioni comunali la percentuale dei votanti è stata superiore di circa dieci punti percentuali.
Evidentemente nel determinare il forte astensionismo, registratosi alle regionali, ha giocato un ruolo anche la sfiducia nelle Regioni, in molte delle quali si sono verificate degli scandali inaccettabili, ed inoltre la contrarietà nei confronti delle politiche portate avanti dai partiti a livello nazionale, in quanto le elezioni regionali hanno assunto anche la caratteristica di un test politico nazionale appunto.
Per quanto concerne il Pd di Renzi, il risultato negativo è stato determinato da varie cause tra le quali la presenza di forti contrasti interni, addebitabili soprattutto alla cosiddetta minoranza di sinistra.
Ad esempio in Liguria la candidatura di Pastorino, civatiano da poco uscito dal Pd e sostenuto da Cofferati, non ha fatto altro che togliere voti alla Paita, candidata del Pd che, altrimenti, sarebbe stata eletta al posto di Toti (Pastorino ha ottenuto solo il 9% dei voti). E la candidata del movimento 5 stelle ha ottenuto una percentuale molto elevata e tutto ciò significa che Pastorino e quanti lo hanno sostenuto non sono riusciti ad ottenere consensi in un’area politica diversa da quella che fa riferimento al Pd.
Pertanto il risultato di Pastorino dimostra che non c’è molto spazio elettorale a sinistra del Pd di Renzi.
Quindi, in conseguenza dell’insoddisfacente risultato elettorale, Renzi dovrebbe introdurre dei cambiamenti significativi al suo operato.
Dovrebbe in primo luogo prestare maggiore attenzione alla situazione del Pd a livello locale e fare in modo che i cambiamenti, nelle persone e nelle politiche, non avvengano solo a livello nazionale ma si estendano anche nei territori.
Anche altri sono i cambiamenti che Renzi dovrebbe promuovere, probabilmente anche nelle iniziative portate avanti dal governo da lui presieduto, ma quello da me evidenziato, mi sembra il cambiamento più importante e più urgente.ncludo rilevando che un’altra novità si è verificata, in parte inattesa: il forte consenso ottenuto dal movimento 5 stelle, almeno in gran parte delle regioni, tenuto conto che in passato nelle elezioni regionali questo movimento aveva ottenuto dei risultati considerevolmente inferiori a quelli conseguiti nelle elezioni politiche e in quelle europee.
Foto: Palazzo Chigi/Flickr