Elezioni regionali in Sardegna: perchè Soru può farcela

par Lapoo Straparla
venerdì 6 febbraio 2009

Dalle dimissioni "a sorpresa" all’inattesa campagna elettorale.

Renato Soru, candidato alla presidenza della Regione Sardegna per il centrosinistra, può farcela. Può vincere.

A differenza del suo avversario Ugo Cappellacci, candidato per il centrodestra, sta riuscendo a polarizzare l’attenzione della gente comune, quella che non è legata ai partiti. Perciò Silvio Berlusconi, dopo aver detto che è un "fallito", recentemente lo ha definito "incantatore di serpenti".

Andando oltre la strategia berlusconiana della campagna elettorale, queste elezioni regionali in Sardegna assumono ogni giorno che passa, una maggiore connotazione nazionale. Silvio Berlusconi è il vero candidato alla presidenza della regione, vuole "conquistare" la Sardegna ed è per questo che, davanti al silenzio dei rappresentanti del centrodestra sardo, è l’unico a parlare e sparlare, sia nelle vesti di capo indiscusso del Pdl sia in quelle di Presidente del Consiglio dei Ministri. Dall’altra parte invece, la "slavina morale" del Pd ha risparmiato Soru, il quale rappresenta una voce fuori dal coro ed un possibile contendente per la leadership del partito che eviti il tracollo del progetto.

Ma perchè Soru può farcela? A prescindere dai sondaggi, Soru ha iniziato un nuovo corso politico: ha imposto le regole e ha fatto a meno della "politica di mestiere". Ha imposto il limite di due mandati per essere candidati, presente nello statuto del Pd, che ha escluso dalla candidatura nel Pd regionale oltre una decina di "politici di mestiere" e ha fatto a meno dell’appoggio centrista dell’Udc di G.Oppi, padre padrone dell’Udc sardo.

Il Governatore dimissionario sta percorrendo tutti i centri dell’Isola per parlare col "popolo sardo" del suo progetto fondato su tre pilastri: autenticità, identità e istruzione.



Autenticità e identità sono temi interdipendenti: la conservazione di lingua e tradizioni non possono fare a meno di un ambiente salubre che deve essere tutelato e protetto. In Sardegna quasi ogni paese ha un suo pane tipico che ha il sapore di quella specifica "terra".

Il Piano paesaggistico regionale (Ppr) ha la funzione di impedire la progressiva cementificazione delle coste, espressione del pensare allo sviluppo invece del "pensare in metri cubi". Vi sono zone costiere che ormai hanno subito dei danni irreversibili (es. Torre dei Corsari, nella provincia di Oristano) e altre che rischiano di subirli. Perciò è necessario valorizzare i paesi limitrofi alle coste, evitandone lo spopolamento e creando un indotto di turismo sostenibile che porti alla conoscenza di questi luoghi, disincentivando così il mantra della "seconda casa al mare a tutti i costi".

L’altro pilastro, del quale Soru è sanamente ossessionato, è quello dell’istruzione e della cultura: l’essere istruiti significa anche essere più liberi.

Il Master&Back, progetto di sostegno economico per la specializzazione degli studenti universitari, verrà rilanciato con la costituzione di un’associazione di studenti ex borsisti, al fine di riuscire a realizzare il "back", il rientro nella regione, l’anello debole del progetto. 

In questa campagna elettorale più la gente è semplice, più si sente vicina a Soru: anche chi di speranza ne ha da sempre poca, perchè operaio o pastore si nasce, si vive e si muore, e fa studiare i propri figli immaginando per loro un futuro migliore. Magari in pochi ce la faranno, ma quello che conta è avere una speranza. E Soru la sta dando.


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