Elezioni regionali Sardegna: onore a Soru

par Antonio Santangelo
martedì 17 febbraio 2009

Soru ha perso le elezioni a governatore della Sardegna. Le ragioni sono molte, la discesa in campo di Berlusconi, l’effetto trascinamento delle politiche (il Corriere titola l’Onda lunga) lo stato del PD, il disastro della sinistra.


Ha perso un galantuomo, e io credo, un’idea diversa dello sviluppo per la Sardegna. Soru ha puntato su un’idea di sviluppo basata sul capitale umano (la società della conoscenza), puntando sui giovani, sulle nuove tecnologie; ha governato cercando di riportare i conti regionali in ordine, ha cercato di coinvolgere gli "esterni" all’isola, i turisti abituali e non, nella condivisione dei costi di sviluppo, non solo di quelli gestionali legati all’estemporaneo consumo di territorio. Ha puntato sulla cultura, sulla riscoperta orgogliosa delle origini, sul tentativo di preservare una diversità non estranea. Una visione di lungo periodo e lunga lena, destinata a capovolgere i meccanismi di sviluppo abituali, non solo in Sardegna, ma nell’intero Bel Paese.

Ha vinto una visione di breve periodo, il turismo visto come la scorciatoia più veloce verso l’afflusso di capitali e entrate correnti, basata su una logica di consumo di risorse più che di investimento nel futuro. Ho vinto la voglia di omologazione con il resto del Paese, seppellendo per sempre (forse) l’idea di specificità e unicità di certo separatismo. In questo senso ha vinto un modello di sviluppo più consueto, che ha accomunato destra e sinistra in questi anni, e spiega l’incapacità della politica italiana di ricercare strade innovative. Ha perso la Sardegna, per quello che poteva essere in termini di laboratorio, e quindi, forse, abbiamo perso un po’ tutti.


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