Elezioni regionali Sardegna. Soru, l’incubo di Berlusconi?

par Sebi
venerdì 13 febbraio 2009

La campagna elettorale in Sardegna assume sempre di più una valenza inaspettata. Ugo Cappellacci, candidato per il centro-destra, sfida il governatore uscente Renato Soru per la presidenza della regione. Ma ormai i termini della questione vanno ben oltre. Lo dimostra la presenza martellante del premier Silvio Berlusconi in Sardegna: Cappellacci è solo un prestanome. E’ una partita a due?

Non si tratta di una semplice campagna elettorale in Sardegna. Si tratta di una vera e propria sfida in grado di dare una svolta sostanziale alla politica italiana degli ultimi 15 anni. Renato Soru, sardo "testardo", ex patron di Tiscali ed ex uomo più ricco d’Italia, orfano, governatore uscente della Regione Sardegna, ripresenta la propria candidatura alla guida del PD e della Regione forte dei consensi sempre più ampi.

Dall’altro lato Ugo Cappellacci, volto semi-nuovo della politica, sfidante, ma apparentemente non in grado di reggere il confronto. Ed è per questo che il premier Silvio Berlusconi e una grande fetta di nomi grossi della politica italiana sono scesi in campo per sostenere i propri candidati.

Una presenza tutto sommato scomoda. L’opinione pubblica sarda infatti non ha apprezzato questa sorta di "patrocinato" dei leader politici nazionali, vistosi che la Sardegna è spesso tenuta in disparte dalle questioni nazionali e non raggiunge neanche i due milioni di abitanti.

Ma appare evidente che la posta in palio non è semplicemente "la Sardegna". Si tratta in realtà di un vero e proprio faccia a faccia tra Silvio Berlusconi, volto principale della politica italiana, e Renato Soru, astro nascente del Partito Democratico a cui molti già attribuiscono un futuro da segretario nazionale del Partito stesso.



La vittoria di Soru metterebbe a rischio la stabilità politica nazionale: sarebbe una dimostrazione del fatto che i sardi hanno apprezzato i suoi 4 anni e mezzo di governo, e non solo. Si tratterebbe di una pesante sconfitta di Berlusconi nell’Isola, che avrebbe ricadute a livello nazionale.

Ed è per questo che Berlusconi attacca: "Soru ha impoverito i sardi. Ora sono oltre 190.000 i disoccupati". Certo è che il premier preferisce non risparmiarsi: pur di buttar giù il "suo avversario", parla di "fallito, come imprenditore e come politico". Si tratta di tattiche: è infatti impensabile credere che in una regione in cui vi sono 1.600.000 abitanti, ben 190.000 siano disoccupati.

Soru dal canto suo ribatte, ed è deciso: per lui, il premier dimostra solo una grande immaturità, inadatta per il ruolo istituzionale che riveste. "Un presidente del Consiglio non dovrebbe partecipare così attivamente alla campagna elettorale di una regione. Lui invece mi attacca sul piano personale, mi insulta, è offensivo. Fa uso sconsiderato di tutti i mezzi di comunicazione di cui è padrone per modificare gli equilibri di una campagna elettorale in cui non è lui il candidato, ma forse questo non lo capisce".

Lui, che nelle precedenti regionali ha battuto il suo avversario di oltre 10 punti percentuali, non teme il confronto. Nonostante il premier appaia continuamente a Canale 5 per attaccarlo pubblicamente, il governatore uscente è certo: "La presenza di Berlusconi in Sardegna non ha fatto che infastidire i sardi". D’altronde cos’altro poteva fare Silvio: Cappellacci è risultato il candidato di centro-destra con il minor numero di consensi (Floris e Pisanu erano i preferiti dagli elettori), ha firmato il bilancio regionale più negativo della storia della Sardegna quando era assessore nella Giunta Masala, ha copiato il programma elettorale da diverse fonti, tutte smascherate, e si è rifiutato di partecipare ad un confronto "uno contro uno" con Soru in un’emittente privata sarda.

Insomma, Berlusconi doveva appoggiarlo per forza. Almeno per dimenticare l’incubo Renato Soru che lo affligge nelle notti a Porto Cervo. Qualcuno infatti vede già "Il tramonto dell’Età Berlusconiana" come titolo di un paragrafo che si prepara ad apparire nei libri di storia.


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