Elezioni: Lega al Nord e M5s a Sud. Ma è vero, e chi lo dice?

par paolo
sabato 17 marzo 2018

Non passa ora, minuto o secondo che questo ritornello non venga ripetuto da tutti i media. Ormai è diventato quasi un riflesso condizionato in chiunque si azzardi a fare una analisi politica del dopo voto, quasi una sorta di messaggio subliminale ripetuto ad ogni piè sospinto per predisporre i cittadini ad una sorta di supina accettazione di due realtà contrapposte. Il NORD lavoratore e produttivo dove ha trionfato la Lega del lombardo Matteo Salvini, il SUD questuante e assistito dove ha trionfato il M5S del campano Luigi Di Maio

Ovvio che anche le origini geografiche dei due soggetti politici diano facile stura a questa distinzione.

Ma è andata proprio così? Esiste un taglio così netto tra l'elettorato che ha votato Lega e quello che ha votato M5S in termini di percentuali riferendosi alla distribuzione geografica, ovvero su base regionale? Analizzando i numeri non sembra affatto cosi'. Se per nord si intendono solo Lombardia e Veneto, ovvio che la Lega abbia sopravanzato il M5S; sarebbe stato alquanto strano che nelle valli bergamasche piuttosto che nella ex serenissima repubblica di Venezia, dove il fenomeno leghista è nato seppure con alcune diverse peculiarità rispetto a quello lombardo, Matteo Salvini non avesse prevalso. Ma parlare di "sfondamento " della Lega sembra una esagerazione; in Veneto si attesta attorno ad un 33% mentre il M5S è secondo con un buon 24,5%. Non mi sembra francamente un distacco abissale, o comunque non tale da conferire un timbro di esclusività rappresentativa. In Lombardia la distanza tra Lega e M5S è ancora minore, anche se districarsi tra collegi uninimonali e plurinominali e varie circoscrizioni è impresa non facile. Ad oggi manca ancora un risultato aggregato per regione ma, seppure in via approssimativa, si può dire che il M5S in Lombardia è ancora secondo ad una distanza paragonabile con quella del Veneto. E' chiara ed evidente la vittoria della Lega, nessuno può negarlo anche se favorita dal crollo di Forza Italia dalla quale ha assorbito voti, ma comunque non è tale da conferirle un valore assoluto.

Se poi si passa alle altre regioni che compongono il Nord geografico del paese, si scoprono alcune sorprese non da poco. Lega e M5S sono abbastanza in equilibrio in Piemonte, mentre in Liguria , Emilia Romagna e Toscana la situazione si inverte totalmente con il M5S che distanzia nettamente la Lega.

Premesso che questa non vuole essere una analisi puntuale del voto su base percentuale, ma soltanto una stima a grandi linee del risultato in quelle regioni che definiscono il cosidetto NORD, non trovo quindi corretto definire Matteo Salvini come interprete esclusivo del voto di quelle aree riconosciute come il motore economico del paese. A meno di non ritenere Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e Liguria come del tutto marginali nella produzione del PIL nazionale, che non mi sembra si possa affermare. Fermo restando che oltretutto neanche in Lombardia ed in Veneto la Lega ha avuto un risultato plebiscitario, tutt'altro. Quindi dire che la Lega è l'interprete assoluta del NORD produttivo è una balla bella e buona, mentre affermare che il M5S ha spalmato il suo risultato su tutto il paese è assolutamente vero, per quanto ovviamente le percentuali nel SUD siano risultate molto più consistenti, a tratti quasi plebiscitarie.

Ma allora a cosa è servito e a cosa serve questo "storitellum" ripetuto fino alla nausea su ogni media?

E' servito e serve per identificare il M5S come il partito dell'assistenzialismo, delle laiche prebende, delle regalie ad un elettorato che non ha voglia di lavorare e che è abituato alla questua. In questo senso e con questa intenzione di disprezzo sociale viene identificato il cosidetto "reddito di cittadinanza", che è cosa alquanto diversa da come ci viene raccontata, utilizzato quindi per denigrare l'elettore del centro-sud, dipinto come una sorta di mendicante con il cappello in mano. La notizia delle code ai CAFF nelle regioni meridionali, per riempire i moduli di richiesta del reddito di cittadinanza si è rivelata l'ennesima "fake" e non è difficile capire chi possa averla confezionata e per quale scopo.

Quindi Salvini non è l'interprete del Nord, non avendo una maggioranza di consensi che lo possa definire tale. Quando supererà il 50% dei consensi nelle regioni che definiscono quell'area geografica e produttiva che normalmente si identifica come il NORD, allora "chapeau". Ad oggi non è cosi'.

 


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