Ecco perchè la sinistra esce a pezzi dalla vicenda Sky

par dAW
giovedì 4 dicembre 2008

L’opposizione. Vale a dire “Parabola rossa” alla riscossa. Pensateci un po’. La sinistra italiana è ridotta a difendere i privilegi di un miliardario (Murdoch), al mantenimento del suo privilegio ai danni delle casse dello Stato. E non solo, per difendere un miliardario attacca un altro miliardario, Berlusconi. E’ questa la sinistra? E non è finita qui. E’ quattro giorni che l’opposizione italiana difende il privilegio di Sky. E’ questo il messaggio che è passato. Davvero non c’era niente altro di cui parlare? Davvero il governo non poteva essere, più legittimamente, attaccato su altri provvedimenti?

Veltroni. Oltre ad aver dimostrato di non saper fare due conti in matematica (ha clamorosamente sbagliato cifre e numeri sull’aumento dell’Iva, roba da elementari), ha dimostrato – e qui ancora una volta – di essere un pessimo politico. Certo, è bravo a parlare, a scegliere la scenografia, le luci, le frasi ad effetto, ma finisce tutto qui. Oltre a questo non c’è davvero niente. Lo spessore politico di Walter è, purtroppo, tendente allo zero. Le dichiarazioni, da populista, di questi giorni ne sono la testimonianza. E dire che ci ricordiamo, in altri tempi, di un Veltroni preoccupato per il pericolo delle pay tv, perché avrebbero privato gli italiani del calcio in chiaro. Probabilmente era un altro Veltroni.


Prodi Romano. E pensare che, soltanto qualche mese fa, l’abolizione del privilegio di Sky era nell’agenda di Romano Prodi. Solo che poi, per i motivi che ben conosciamo, non se ne è fatto più niente. All’epoca, non solo Prodi era favorevole, ma anche altri autorevoli esponenti dei Ds. Prodi, proprio oggi, ha confermato: “è una scelta giusta”.

La storia.
Infine, un po’ di storia, perché Travaglio ne ha sparate tante. Nel 1991 il governo Andreotti decide di favorire il lancio in Italia della televisione a pagamento, che stava muovendo i primi passi. Con il parere favorevole di un ampio schieramento, compreso quello di Vincenzo Visco, il governo decide di applicare alla pay tv l’Iva agevolata al 4%, la stessa aliquota della Rai. Ovviamente era sì un favore all’imprenditore Berlusconi, visto che era lui a lanciare la nuova televisione. Si trattava, ovviamente, di una misura temporanea. Nel 1995 si decide di cambiare. Il Pds, attenzione, voleva applicare l’Iva al 19%, mentre il centrodestra voleva alzarla sì, ma solo al 10%. In Aula, al momento del voto, con l’appoggio determinante di Rifondazione Comunista, passa l’Iva al 10%, con la caratteristica, ancora, di provvedimento temporaneo.
Questa è la storia. Soltanto oggi, nel 2008, si decide di far tornare l’Iva sulle pay tv ai livelli normali. Perché la misura temporanea non ha evidentemente più senso, visto che ormai la televisione a pagamento è completamente affermata nel nostro Paese. Soltanto che la sinistra, a differenza del 1995, non è più d’accordo.

Dal 1995 al 2008. Che cos’è successo nel frattempo? Tante cose, a dire la verità. Ma una, rivelata oggi da Verderami sul Corriere, è abbastanza significativa: “Come la festa per cento persone in una splendida villa romana sul Gianicolo, organizzata da Murdoch in onore dei maggiorenti diessini e diellini subito dopo la vittoria elettorale dell’Unione nel 2006. Terminata la cena, il tycoon si ritirò sotto un gazebo per ricevere a uno a uno i dirigenti del centrosinistra, dalla Melandri in giù”.


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