Ecco la campagna elettorale. Da fine impero

par Pietro Orsatti
lunedì 4 ottobre 2010

 

L’ex dirigente locale di Democrazia Proletaria di Varese nonché Cavaliere dell’Ordine Piano Roberto Maroni (non è una battuta) ha avuto l’onere di comunicare l’ultimatum ai suoi sgarrupati alleati del Pdl. “Tre settimane per valutare la situazione” e poi a casa. O meglio, a fare campagna elettorale. Lo sapevamo che il giocattolo lo aveva in mano la Lega. È così. Si rassegni il premier. Si rassegni la sua corte.

Torniamo al ministro padanissimo. Quanto dell’esperienza marxista-leninista pre-demoproletaria sia servita a Maroni per gestire la sua carriera politica all’interno della Lega non sappiamo. È certo, però, che modi e linguaggio non sono mutati nonostante la dismissione dell’eskimo. Lo stile sobrio, il calcolo, la percezione. È scuola. Mica è un Calderoli qualunque, il nostro Maroni. E quindi è toccato proprio a lui dare di pungolo a Berlusconi. Che accusa il colpo.

Che occasione, direte voi. Che possibilità per l’opposizione. “Magara”, direbbe Zoro. Magara. L’opposizione dei partiti si sta disgregando in liti interne, micro scissionismi latenti, protagonismi gratuiti e faide personali. La stessa cosa accade nei cosiddetti movimenti. Il Popolo Viola, per fare un esempio, purtroppo è in affanno, grazie a divisioni interne e strumentalizzazioni. La manifestazione di sabato scorso è stata una forzatura, ed è stata preparata all’ombra di uno scontro sia sul piano nazionale che su locale difficilmente sanabile. L’unico che sembra non aver visto la piazza e il clima che si respirava è Mascia, ma di questo non avevamo dubbi.

Grillo e il suo movimento hanno deciso di ritirarsi sul colle a tirare secchiate di merda su tutto e tutti. Dicono di non sentirsi capiti, dicono di essere dei perseguitati mediatici (mai visto un movimento e una micro lista elettorale avere così tanto spazio e eco sui media), dicono di essere loro i detentori dell’unica verità assoluta, della soluzione a ogni male del Paese. Quale sarebbe questa panacea? Il programma delle liste del movimento, ovviamente. Eccolo qua. Un bel memorandum di desiderata, qualche svarione semplicistico, alcuni spunti interessanti ma che si ritrovano in molti dei programmi dei vari partiti di opposizione. Insomma, un buon “primo appunto” per la stesura di un programma vero, ma poi ci si è fermati là. Ma questo non può essere detto, altrimenti si diventa collaborazionisti (di chi?), denigratori (di cosa?) e soprattutto “nemici”. L’ultimo post di Grillo sul suo blog (“stalking politico”) è surreale. L’uomo si crede talmente tanto oltre da sentirsi già come Lenin in arrivo in Russia nel 17 sul treno blindato. Ma senza rivoluzione. Ma a quanto pare ci si crede troppo importanti per poter anche lontanamente pensare di non essere fondamentali. La battuta è fin troppo facile e telefonata. Quando un comico si prende troppo sul serio non fa ridere più nessuno.

Insomma, gli unici che stanno gongolando di questa situazione sono i neo democristiani, quelli che stanno per ricostruire sotto il nostro sbalordito sguardo la nuova Balena Bianca. Fini, Casini, Rutelli, Montezzemolo e, perché no, il nuovo soggetto politico Fiat di Marchionne. Fioroni e Veltroni & co aspettano, ma per quanto?

E intanto continueranno a fioccare dossier, calunnie, attacchi a quel poco che resta delle istituzioni e della Costituzione. Ne abbiamo sentore e certezza. La buffonata Montecarlo – Santa Lucia è stata solo l’inizio. Ora, temiamo, arriverà il “succo”.

Buona campagna elettorale a tutti.


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