Eccessive diseguaglianze sociali tra le cause della crisi

par Angelo Cerciello
mercoledì 25 luglio 2012

 

La crisi economica attuale oltre alle cause ben note e risapute forse ne ha anche altre che “vengono da lontano”. Una di queste sicuramente è la grande rivoluzione informatica e tecnologica degli ultimi decenni: essa ha creato “nuovi” posti di lavoro ma con l'automatizzazione ha anche generato tanta disoccupazione.

La rivoluzione tecnologica è diversa dalle altre perché ha cambiato ogni cosa: è stata una rivoluzione radicale.

L'asse nevralgico del “nuovo mondo avanzato” si è spostato verso i paesi emergenti che investono molto sulla tecnologia, la ricerca e l'innovazione.

Poi c'è il “solito” discorso sulla manodopera che nei paesi emergenti, spesso, costa meno.

Ma una delle cause che stanno alla base della crisi economica attuale è l'eccessiva polarizzazione sociale con un conseguente impoverimento della classe media.

L'impoverimento della classe media, ossia “quelli che consumano”, è uno dei fattori che ha generato la crisi della domanda la quale è una delle cause scatenanti della crisi economica.

Inoltre l'eccessiva finanziarizzazione delle economie “ha fatto la sua parte” insieme alla mancata regolamentazione dei mercati e delle borse.

Ci sono diverse vie per uscire da questa crisi: vi è il bisogno di un intervento maggiore dello stato e del pubblico nelle economie e un totale ripensamento della dottrina economica neoliberista in senso keynesiano. Oltre ciò, una maggiore redistribuzione dei redditi verso le classi sociali più deboli e verso la piccola e media borghesia.

Le eccessive disuguaglianze dovute alla dottrina economica attuale sono da annoverare tra le cause della crisi economica: il neoliberismo, propugnato dalla “Scuola di Chicago” e da leader come Reagan e la Thatcher, è da sostituire con un nuovo paradigma economico e sociale.

Le disuguaglianze sociali sono un problema perché sconvolgono l'equilibrio sociale necessario al sistema economico per poter andare avanti.


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