Eccellente il Giro di vite veneziano
par Elena Clescovich
lunedì 5 luglio 2010
Un capolavoro della musica operistica inglese in scena al Fenice di nuovo dopo 56 anni
Sabato 3 luglio alle 15,30 circa è messa in scena al Teatro La Fenice di Venezia l’ultima rappresentazione di The turn of the screw per la Stagione lirica e di balletto 2010. L’opera fu scritta dal compositore inglese Benjamin Britten nel 1954 su libretto di Myfanwy Piper tratto dall’omonima novella neo-gotica di Henry James (1898).
Tra l’opera del musicista inglese e il teatro veneziano c’è un legame speciale. Infatti son trascorsi 56 anni da quando ebbe luogo la sua prima esecuzione mondiale (settembre 1954) , proprio alla Fenice, dopo esser stata commissionata dalla Biennale.
The Turn of the Screw, nella versione allestita quest’anno sotto la guida di Pier Luigi Pizzi, si è rivelata uno spettacolo di grande fascino sia per l’udito che per la vista, scivolando via che è un piacere, senza perdere tensione per neppure uno dei 100 minuti di durata.
The Turn of the Screw, nella versione allestita quest’anno sotto la guida di Pier Luigi Pizzi, si è rivelata uno spettacolo di grande fascino sia per l’udito che per la vista, scivolando via che è un piacere, senza perdere tensione per neppure uno dei 100 minuti di durata.
La storia di spettri e perversioni vittoriana narrata da Henry James e musicata da Britten avvince completamente lo spettatore sia per l’atmosfera cupa che Pizzi ha preferito mantenere sobria e di stampo tradizionale, giocata su di una tavolozza di tonalità brune e grigie, con piccole macchie di colore (il rosso vivo del libro della protagonista o del mantello), ed effetti di luce/ombra per sottolineare l’azione drammatica, sia per le sonorità raffinate e ben dosate dal direttore Jeffrey Tate.
Da un lato va evidenziata la bravura degli interpreti: ammirevole il talento canoro dei due ragazzini Miles (notevole anche la sua presenza scenica), cioè Peter Shafran, e Flora, Eleanor Burke, messo a dura prova dal difficile stile compositivo di Britten, che fonde con disinvoltura tonalità e dissonanza, e di gran pregio si è dimostrata soprattutto la dolente interpretazione dello "spettro" della governante miss Jessel da parte di Allison Oakes.
Molto convincente anche l’interpretazione della protagonista, la giovane governante sconfitta dal Male, impersonata da Anita Watson.
Da brivido, inoltre, l’effetto dei sinistri gorgheggi seducenti del depravato Quint (un Marlin Miller vestito tutto di nero, con folta capigliatura fulva e carnagione cadaverica davvero impressionanti) nel passo in cui chiama Miles nel bosco (atto secondo), intervallati dal lugubre tintinnio della celesta.