E se va in crisi l’economia, chi ringrazieremo?

par alessandro tantussi
martedì 16 novembre 2010

Mentre trema la stabilità economica dell’Europa e quindi dell’Italia, mentre soffiano impetuosi i venti di crisi, qualcuno si diverte a discettare alla televisione sulla vexata quaestio: cos’è la destra e cos’è la sinistra.

Se piove di quel che tuona non ci sarà da aspettare molto prima che la speculazione internazionale rivolga le sua attenzioni, dopo Grecia, Portogallo e Irlanda, anche ai titoli di stato del Bel Paese.

Quando ciò dovesse succedere e quando da ciò derivasse la necessità di bruciare, a difesa dei conti pubblici e in interessi sui titoli di stato che schizzeranno verso l'alto, una bella fetta delle risorse che potrebbero essere destinate agli ammortizzatori sociali, a quel punto sarà il caso che ci domandiamo tutti se sia stata opportuna l'apertura di una crisi di governo che rischia di far precipitare l'economia dell'Italia verso il default.

 

Ci domanderemo sè sia stato responsabile che questa crisi si sia aperta grazie alle ripicche di una minoranza che un mese prima aveva votato la fiducia al governo, una "minoranza della maggioranza" che, pur essendo priva - ad oggi - di riscontro circa la sua consistenza elettorale, può determinare la caduta di un governo e dell'economia di uno stato.

Ci domanderemo perché, per condurci a questa assurda conclusione, il più grande partito di opposizione, che ha responsabilità non secondarie nella conduzione di un paese, si sia accodato a questo partito che non c'era per condurci ad una soluzione che non c'è stata.

Tutte queste cose ce le chiederemo durante una campagna elettorale che lascerà la guida dell'economia alla mercé dei mercati. Le risposte ce le daremo e ce le daranno gli elettori quando si appresteranno a depositare le loro schede nelle urne dopo aver verificato quali sono stati gli effetti della crisi. Sono convinto che allora qualcuno si pentirà, e dalle urne raccoglierà il frutto della propria colpa, ma sarà troppo tardi per l'economia e per il fine mese degli italianii.

Per ora ci consoliamo nel goderci le trasmissioni televisive nelle quali i due principali artefici della crisi, FinI e Bersani, uno che non rappresenta la destra, l'altro che non rappresenta la sinistra, ci elargiscono dotte disquisizioni su cosa sia la destra e su cosa sia la sinistra. 


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