E se tornassimo alla monarchia?

par Sergio Giacalone
sabato 19 ottobre 2013

La satira e il Palazzo: Reale nonostante tutto...

È ormai pratica frequente imbattersi nel web o sui giornali in caricature e fotomontaggi che ritraggono l’attuale Presidente Napolitano in vesti regali e con tanto di corona sul capo. L’appellativo "Re Giorgio" è divenuto ormai talmente comune che identifica la persona al pari del suo cognome.

Questa cosa mi induce a due riflessioni, antitetiche ma in egual modo pregne di amarezza.

La prima è che la cultura dominante di questo paese, che tanti passi avanti sembrerebbe aver fatto sulla strada dell’emancipazione e del revisionismo, di fronte a certi argomenti rimane arroccata alle finte verità diffuse tanti anni fa dalla combutta fra democristiani e statunitensi per liquidare la monarchia italiana, unico ostacolo alla colonizzazione yankee, che portò al ben noto risultato referendario del ‘46 e al vergognoso epilogo oggi sotto gli occhi di tutti.

L’idea di monarchia rimane così cristallizzata e stigmatizzata come un sistema monocratico in cui un uomo solo può fare e disfare a suo piacimento immonde porcherie. E gli italiani abboccano, come se non avessero occhi per guardare a ciò che accade nelle monarchie europee ancora esistenti, esempi di ben altra levatura e dimora di valori da noi incoscientementi rinnegati.

La seconda riflessione riguarda all’opposto un rigurgito della coscienza popolare, non espresso, non delineato, in qualche modo soffocato ma presente, legato proprio a quella che nel 1946 fu fatta passare come una scelta di popolo e che fu invece un’imposizione di pochi sulla volontà dei più. È come se nel fondo della coscienza del nostro popolo rimanga nascosta la voglia di recuperare quel Valore che ha permesso alla nostra nazione di farsi Stato, che ha posto al centro del tricolore un cuore pulsante, riferimento univoco e irripetibile di unitá e di dignità di popolo.

Il Risorgimento non è stato uno scherzo del destino e ogni italiano intellettualmente onesto questo lo sa. Le caricature sempre più diffuse di Napolitano in assetto Regio potrebbero dunque semplicemente nascondere una voglia di monarchia latente, che tende a prorompere ma viene fuorviata dai veti della cultura di regime, imbrigliata dalle sue antiche pastoie.

Perché viviamo in un paese che forse, alla fine, dará a Priebke sepoltura, mentre continua a negarla ai suoi Re e alle sue Regine. E con questo assunto tocca tristemente fare i conti...

Mi piace allora, in spregio al comune sentire, quello ufficiale, guardare positivamente al vegliardo con la corona in testa che promette come ultimo punto del suo programma il ritorno della Monarchia. Ed esclamare “volesse il cielo!”


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