E se per lavorare in Italia si dovesse conoscere la lingua italiana?
par Marco Barone
giovedì 15 maggio 2025
Sta facendo discutere il nuovo libro bianco sull'immigrazione in Inghilterra. Tra i punti più critici vi è quello della lingua. Per lavorare in Inghilterra si dovrà dimostrare di conoscere l’inglese. Altrimenti niente permesso di soggiorno, niente visto. Niente lavoro, neanche saltuario. E se una cosa del genere accadesse anche in Italia? Dove abbiamo allenatori di squadre di calcio, come accade nell’Udinese, che non sanno una parola in italiano? Oppure guardando lavori più umili, come succede a Monfalcone, dove su 5 mila operai stranieri e prevalentemente bengalesi, la maggioranza non sanno pronunciare una parola in italiano? E si potrebbe continuare all’infinito. Conoscere la lingua è fondamentale sia per il rispetto che si nutre per il Paese ospitante, e soprattutto per l’integrazione. Se non si conosce la lingua, non si potranno mai conoscere e fare valere i propri diritti. Si dirà, ma si può imparare sempre dopo. Se il sistema d’istruzione funzionasse a dovere, anche sì, ma così non è. Chiaramente ognuno guarderà questa proposta dalla propria prospettiva, ma sicuramente si dovrà riflettere sul fatto che sarebbe opportuno correlare l’assunzione di manodopera straniera anche sulla base della conoscenza della lingua italiana o almeno che il datore di lavoro si impegnasse concretamente, formalmente e sostanzialmente per garantirne in tempi certi e rapidi l’apprendimento. Sarebbe un beneficio per tutti.