E se M5S governasse con l’appoggio esterno del Pd?

par Emanuele Rossi
sabato 2 marzo 2013

Che l'Italia è in una situazione d'ingovernabilità, ormai l'avete sentito dire anche dal gatto. Lo sappiamo scientificamente e numericamente, ce lo siamo somministrato, quasi quasi lo stiamo sedimentando. 

È un Paese con una memoria cortissima, il nostro: quello che è successo appena lunedì, sarà presto cancellato dai luoghi del weekend che sta arrivando e dal solito casual friday che porterà i toni e i temi della discussione, verso sponde più easy. D'altronde il casual friday è italian, mica turkish!?! Passando oltre la critica di costume, che accompagna con piacere i miei ragionamenti (ma l'antropologia è in noi, che ci volete fare!?), lancio la bomba, a salve. Al piede, come una palla. Lo scenario politico è vasto, un paio di simulazioni l'ho già scritte ieri: ma la notte porta consiglio. Ed il calare delle tenebre, ha insinuato in me una lugubre, quanto possibile soluzione.
 
Grillo (o chi lui vuole, il capo è lui!) al governo. Il Pd appoggio esterno.

Tanto se sconfitta dev'essere, meglio un mea culpa completo, carte sul tavolo e via andare. I voti del Partito Democratico garantirebbero l'appoggio politico (perché quello è necessario, checché ne pensino i grillini) al M5S, che formerebbe il governo e dunque guiderebbe l'Italia fuori dal baratro. Si intravede il mio scetticismo, ma siccome credo che per quanto fantomatica possa essere una proposta concreta, possibile al più, vado avanti.

Analizzo il PD, per primo. La sconfitta elettorale, anche se non nei numeri c'è stata: suvvia, sarà la decima volta che lo dico. Quindi non serve tenere in mano ancora le armi: anche perché le lance sono spuntate, le mani mutilate. Allora in questo modo, forse si salverebbero capre e cavoli: e con capre intendo il partito ed i suoi diretti rappresentanti, e con cavoli intendo gli elettori, tutti. Il partito si salverebbe perché finalmente potrebbe dimostrare di ascoltare realmente la voce della gente. Perché comincerebbe a parlare il linguaggio della società (civile) e non quello dei politici (con la moderna accezione negativa, intendo). Gli elettori si salverebbero, perché in-cavolati come sono, il rischio al prossimo giro è di perderne ancora più.
Passando a Grillo e M5S, sarebbe un'ottima occasione per cominciare a far sul serio. Basta chiacchiere; rendere operative quelle "idee". E sarebbe un gran passo: un passo d'emancipazione e di crescita mostruoso. Sarebbe il modo, vero e concreto, per ragionare e lavorare sulle "idee" stesse: meglio che "dal Governo", da dove? 
 
Ammesso, ma assolutamente non concesso, che il tutto possa avere un barlume di fattibilità, scommetto anche su un paio di cose. La prima è che nessuno dei notabili che hanno affondato il Pd (e che hanno nome e cognome, D'Alema, Veltroni, Franceschini, Bersani e compagnia) potrebbe mai essere d'accordo. Hanno giudicato troppo Renzi: figuriamoci Grillo. Dall'altra parte, però c'è Grillo. Secondo me messo davanti questa opzione, rinuncerebbe. Non so, forse mi sbaglio. Ma credo che lui sa bene che è più facile l'opposizione dal Governo. Sarà, ma credo che inizierebbe menate del tipo che loro non accetterebbero il tozzo di pane (che in realtà in questo caso sarebbe un filone!), che non vogliono essere schiavi di nessuno, e via dicendo.
 
Il piano politico di Grillo è comprensibile, far passare come inconcludenti il Pd ed il Pdl, per straripare poi alle prossime imminenti (nel caso di sicuro) elezioni. Ma non è che in questo modo il bene dell'Italia, su cui M5S ha sempre basato i sui proclami, viene meno? Il costo, economico ma anche sociale, di nuove elezioni sarebbe sostenibile? Il rischio di Übermensch grillino (stavolta nel senso "di Grillo"), della perdita di contatto con la realtà, del Nerone che brucia la sua Roma, è un altro scenario plausibile?
 
E poi, per concludere, se il problema fosse quello dell'affrontare il peso del Governo, che senso avrebbe questa strategia politica? Tanto alle prossime elezione, se si vincesse con quei numeri a cui si mira, la responsabilità morderebbe i talloni dei grillini, comunque.
 
In definitiva, la soluzione potrebbe essere percorribile: premesso che per me rappresenterebbe la sconfitta assoluta, sono tuttavia in grado di comprendere il limite. Raggiunto. E sono altrettanto aperto a ogni tipo di condizione, se fosse davvero buona. Da lì al dire che sarà buona, ci corre però. 
E non so quanto valga la pena rischiare il bene dell'Italia...

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