E se Anonymous fosse un fake?

par Sandro
giovedì 29 marzo 2012

Giorni fa un'inchiesta di Repubblica su cui i dubbi non son pochi. Poi Dagospia e le anticipazioni sul libro "Rivoluzioni S.p.A." e il dubbio che la CIA possa aver utilizzato la tecnologia 2.0 per le rivoluzioni nel Nord Africa. Utilizzando anche Anonymous.

Relativamente ad Anonymous, giorni fa appare su Repubblica.it un'inchiesta, o presunta tale, che riportava un'intervista ad un membro di Anonymous. Spiego subito i miei dubbi. Non che sicuramente sia tutto falso, ma che vi siano delle contraddizioni, quantomeno. Staglianò inizia dicendo:
Le condizioni sono chiare: dovrà essere assolutamente impossibile anche per sua madre e per la sua compagna, per non dire della polizia postale, riconoscerlo in quanto scriverò. Un'intervista criptata. 
Giustamente vuol rimanere anonimo il membro di Anonymous, niente nick, niente nomi. Ma ad un certo punto una sfilza di nickname proposta:
Dici che hai parlato con uno tra Mendax, Attila, Savant, Phate Lucas, N4pst3r, Kirya, Case, B, Tor4k1k1, Netsec
Prima cosa che non va: se io non voglio si sappia che ho rilasciato l'intervista, non faccio nemmeno la sfilza di nick name presenti su Twitter, col rischio di non citarne qualcuno, facendo ricadere lì i sospetti; o di citare l'effettivo intervistato, che rischia di essere poi beccato. 
 
Un banale controllo tra i contatti Twitter di Staglianò e si vede che l'unico tra i contatti che corrisponde ai nick citati è Phate Lucas, proprio in cima alla lista. Quindi il più recente. Ma mi pare tutto troppo facile per essere vero. Potrebbe essere una mossa per sviare. Potrebbe non voler significar nulla. 
 
O potrebbe voler significare che ha deciso di seguire colui il quale, alla fine:
Promette nuove iniziative. Mi invita a seguirlo su twitter per essere il primo a sapere.
Appunto. Sempre per l'anonimato. E sempre per non dare informazioni, Staglianò ci informa che:
 Il suo cellulare ha una scheda ricaricabile intestata al cinese sotto casa sua, cui ha dato cento euro per il disturbo. 

E poi il leader-non leader che avrebbe rilasciato l'intervista dice:

"La mia compagna mi vede armeggiare al computer di notte e ogni tanto fa battute su siti porno. Preferisco continui a pensare a quello".
E qui in pratica secondo me l'ha sputtanato. Non tanto per chi volesse fare un controllo, perché saprebbe che deve risalire ad un cinese non ben specificato di una non ben specificata città del Sud Italia, ma perché la mamma e la compagna ben sapranno se sotto casa c'è un cinese. O almeno io lo saprei. 
 
La compagna, poi, che si renda conto di sfottere il proprio compagno, appassionato di pianoforte e Carmina Burana (che peraltro piacciono anche a me, ma che comunque ammetto non hanno la diffusione mediatica di Madonna) e che lo vede armeggiare al pc di notte avrà un sospettino -ino -ino. O sono io paranoico?
 
Insomma, quanto meno banale. Uno che volesse mantenere l'anonimato inviterebbe a seguire il blog ufficiale, oppure farebbe seguire la maggior parte dei nick che ha elencato, per non destar sospetti. Tutto quanto meno dubbioso.
 
Mi era stata già segnalata la cosa dal fidato Abbatangelo, dal prodigioso intuito. Soprattutto perché sinceramente Scilipoti e Paniz non sono elementi così sensibili per esportare la democrazia. E già questo mi dava da riflettere. Perché Scilipoti e Paniz sono elementi estremamente mediatici in Italia. Attraggono l'attenzione di tv, telegiornali, blogger. Tutta pubblicità gratuita per Anonymous che ne aumenta il mito.
 
Poi ieri ne ha parlato Dagospia secondo il quale dietro Anonymous, ma non solo, si nasconde la CIA che utilizzerebbe Twitter per mobilitare i giovani. Una rivoluzione 2.0. Ipotesi molto suggestiva, raccolta nel libro "Rivoluzioni S.p.A." di Alfredo Macchi. Pubblicità anche questa? 
 
Secondo Dago, che sintetizza il testo, nei giorni delle proteste vennero diffusi, da Anonymous e da altre ignote fonti, alcuni manuali che spiegavano nel dettaglio ai manifestanti come combattere, cosa scrivere e quali bandiere portare.
 
Diciamo che la cosa non mi stupirebbe se fosse confermata. E diciamo che la cosa significherebbe che, quanto meno, Staglianò ha mancato di tanto così uno scoop. O che, entrambi, stanno contribuendo, magari non volendo, a mitizzare Anonymous più di quanto effettivamente sia. 

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