E’necessario un primo maggio sotto il segno dell’antifascismo: Smrt fašizmu, svoboda narodu!
par Marco Barone
domenica 30 aprile 2017
Ogni anno è sempre peggio. La società voluta dai partigiani è stata demolita, a partire dal diritto del lavoro, al lavoro. Oggi si è costretti, quando va bene, ad accettare un lavoro qualsiasi ed a qualsiasi condizione, c'è la crisi, dicono, prendere o lasciare ti ricordano.
I Sindacati principali, pur con importante responsabilità, sono stati assenti, non hanno retto alle cannonate della "crisi". I valori storici della "sinistra" sono crollati. L'odio verso il diverso, l'intolleranza, la povertà, la libertà di stampa sempre più precaria, diseguaglianze sociali sempre più profonde hanno determinato una situazione dove da un lato i nazionalismi e dall'altro i neofascismi e neonazismi ritornano ad essere quello che son sempre stati, un mezzo per il capitalismo per spazzare via l'incubo socialista e comunista. Oggi il "pericolo" comunista e socialista non esiste più, esiste un conflitto all'interno del capitalismo, male assoluto della società, e fino a quando ci sarà il capitalismo sarà impossibile ogni forma reale e sostanziale di democrazia. Ci son voluti due conflitti mondiali per spazzare via il pregresso ordine sociale, mondiale ed economico. Doveva essere questo il centenario della rivoluzione russa. Nessuno avrebbe immaginato un centenario così tetro, cupo, grigio e con il rischio sempre più imminente di una guerra globale distruttiva. Ma il primo maggio è anche il giorno della liberazione dal nazifascismo in due località strategiche del Confine Orientale, Gorizia e Trieste. Continuano le provocazioni contro questa ricorrenza, tra divieti di stelle rosse, o bandiere rosse, o bandiere e simboli di chi ha vinto la seconda guerra mondiale sconfiggendo nazisti e fascisti.
Marco Barone