E’ morto Andrea Zanzotto
par Alessandro Fiorillo
martedì 18 ottobre 2011
E' morto stamani il poeta Andrea Zanzotto, si è spento nell'ospedale di Conegliano (provincia di Treviso) dov'era ricoverato da diversi giorni in seguito a complicanze respiratorie. Aveva novant'anni, compiuti il dieci ottobre scorso.
Durante la seconda guerra mondiale riuscì a sottrarsi alle armi e nel '43 si unì alla resistenza veneta; solo nel dopo la guerra inizierà a pubblicare le prime opere (Dietro il paesaggio, Elegia e altri versi,Vocativo, Sull' altopiano).
Nel '68 esce Beltà, recensito da Montale e presentato da Fortini e Pasolini, l'anno succesivo Gli sguardi, i fatti e Senhal, paradigma dello sguardo del poeta, sempre concenrato sull'attualità, opera vagamente ispirata dallo sbarco sulla luna.
Instancabile lettore e traduttore di poesia francese (Baudelaire, Rimbaud) e tedesca (Hölderlin, Heine, Goethe), ma anche di importanti testi filosofici (Bataille, Nietzsche); la ricerca linguistica è stata aspetto centrale della poetica di Zanzotto, che lo portò allo sperimentalismo avanguardistico del petèl (il linguaggio semi-cosciente dell'infanzia) e le ricerche sul sogno e sull'incoscio finalizzate a definire poeticamente e linguisticamente il limite tra ciò che è cosciente e ciò che non lo è.
Da ricordare anche l'incontro con Fellini (1970) e le collaborazioni per Il Casanova, E la nave va, La città delle donne.
Le ultime opere risalgono ai primi anni del duemila: Sovrimpressioni, oltre ad alcuni libri per bambini scritti in veneto, come La storia dello Zio Tonto, Libera elaborazione dal folclore trevigiano e La storia del Barba Zhucon.
In occasione di una cerimonia pubblica, promossa dalla Regione Veneto, per i suoi novant'anni, Zanzotto aveva deciso di partecipare in video-conferenza a condizione che non vi fossero colori politici o oratori "secessionisti". Fu l'ultima apparizione di un gigante sempre attuale.
"La poesia è sempre più di attualità perché rappresenta il massimo della speranza, dell'anelito dell'uomo verso il mondo superiore."
(Avvenire, 15 febbraio 2011)