E intanto il paese...

par antonio cianci 251039
lunedì 4 luglio 2011

Diceva Benedetto Croce che il governo degli onesti è un’utopia per imbecilli, che la vita privata non c’entra con la buona politica e al buon chirurgo si chiede di operare bene, non di essere esempio di virtù.

Ma Angelino Alfano vuole un partito degli onesti.

Non sappiamo se il ragazzotto, messo a fare il Ministro della Giustizia da Berlusconi-Chavez ed imposto come segretario del PDL tra gli applausi non tutti convinti di una platea divisa tra facce sorridenti e facce annoiate, abbia commesso una gaffe, senza riflettere che un partito degli onesti comporterebbe il dimezzamento dell’apparato dirigente del suo o voglia, ingenuamente, convinto dalla sua giovane età, sfidare a duello Verdini, Papa, Cosentino e lo stesso Berlusconi, che quanto a rogne con la giustizia non scherza mica.

Ma fossero le amene ingenuità di un giovane ed inesperto ministro i guasti della politica italiana, sarebbe poco male e tutto sarebbe rimediabile.

Ma la verità è che questo governo che si vanta di aver salvato i conti pubblici, in vero continua a mentire ad un paese in ginocchio, anzi lo sfianca con una manovra finanziaria, che ricorda le peggiori manovre di tutti i governi di questi ultimi quarant’anni.

Di riforme epocali neppure l’ombra. Le uniche di cui il Cavaliere continua monotonamente a parlare sono la riforma della giustizia e quella delle intercettazioni telefoniche.

Per il resto siamo all’aumento del bollo sulle grandi cilindrate, al ritorno dell’aumento dei ticket sanitari con l’aggiunta di quello sul Pronto soccorso. E’ stata abolita la rivalutazione annuale Istat delle pensioni da 1400 euro in su (in pratica tutte), lasciata mano libera agli enti locali di aumentare le addizionali, la Tarsu ed altre imposte locali. Sono aumentate dal 1° luglio la luce ed il gas. E’ aumentata la tassazione sulle rendite finanziarie e sulle transazioni bancarie, senza considerare che i piccoli risparmiatori disinvestiranno, che le banche e le istituzioni finanziarie che finanziano il debito pubblico, costrette a comprarsi i Bot, lesineranno ancor di più i crediti alle imprese che continuano a sopravvivere di stenti o a morire.

Mentre non sono state liberalizzate né le professioni, né le aziende municipalizzate e tanto meno minimamente toccati i costi della politica o gl’innumerevoli privilegi appannaggio dei potenti. Tutto rimandato alle calende greche.

Ed intanto il Paese ansima, sbuffa, soffre e rischia seriamente di affondare.


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