E-book: dopo la scossa Amazon, i grandi gruppi editoriali al contrattacco

par Flaminia P.Mancinelli
venerdì 5 ottobre 2012

Ci voleva Amazon per smuovere i grandi gruppi editoriali italiani, Mondadori lancia la sfida con Kobo ma…

Quando nel dicembre del 2011 Amazon iniziò a commercializzare il suo lettore per e-book (l’e-reader Kindle), la maggior parte del mondo editoriale italiano storse il naso: ma che cos’è questa storia dell’e-book? Un’altra americanata di pessimo gusto?

Alcuni, in realtà iniziarono a proporre sui propri siti le versioni in digitale dei libri che pubblicavano, ma con poco entusiasmo, scarsa promozione e pochissimo marketing.

Durante l’estate dall’America e dall’Inghilterra sono rimbalzati i numeri dell’editoria digitale che in USA aveva superato (in numero di copie vendute) quella degli Hardcover, ovvero quelli che da noi chiamiamo i “rilegati” (leggi l’articolo).

E allora qualcosa ha iniziato a muoversi, in modo fin troppo veloce se pensiamo a come sono pachidermici quasi tutti i nostri grandi gruppi editoriali

A stimolare l’interesse ha senz’altro contribuito la febbre da tablet che, nonostante il periodo di crisi, stanno vendendo con risultati inimmaginabili, e che qualcuno stima - a breve - supereranno nella vendita i computer (sia desktop che portatili). Guarda caso che dall’IPad in giù, questi gioiellini tecnologici dispongono di splendidi programmi per la lettura di e-book. E’ invero affascinante scorrere le dita sul video e vedere le pagine che  si sfogliano… Insomma, il tablet oggi anche in Italia fa tendenza, e se lo hai finisce che magari qualche libro… pardon, qualche e-book lo compri pure. Non importa cosa, è ovvio, ma una biblioteca non la vuoi avere?!

I gruppi editoriali da schifati hanno iniziato a dimostrare un certo interesse: in un mercato editoriale come il nostro, sempre con un piede nella fossa e pronto a tirare gli ultimi, anche la vendita di e-book è sembrata meglio di niente.

Così, senza neppure prendersi il disturbo di studiare e comprendere il fenomeno editoria digitale, gli editori hanno iniziato a costruire portali per la vendita online, a tirare a lucido i loro libri e a trasformarli in… in e-book fuori-mercato.

Già perché trattandosi di una lobby ha voluto, nella maggior parte dei casi, mantenere la propria zampa sul mercato. Digitale o non-digitale, la maggior parte dei gruppi editoriali italiani è abituata a farla da padrone, su autori e lettori, con buona pace delle leggi di questo nostro strano Paese.

Così allo smanettone di turno, nei mesi passati è capitato, gironzolando su questi nuovi portali, di trovare in vendita e-book a prezzi stratosferici e… lasciarli al loro posto.

Gli e-book non si venderanno mai in Italia! E così sul Web ha iniziato a diffondersi questa diceria peggiore di quella degli Untori, di manzoniana memoria. E in tanti a commentare: il libro è un’altra cosa, il piacere di sfogliare la carta, quel fruscio, e il suo profumo poi… Come se il valore della cultura si potesse misurare dall’odore della carta che la porta in giro! Follia…

Ma intanto i fatturati di Amazon, anche in Italia, continuavano a crescere, e in cima a tutte c’era proprio il celebre Kindle, il lettore (e-reader) di casa Amazon.

E allora ecco balenare la soluzione: occorreva copiare tutta la filiera di Amazon, e quindi i vari editori e gruppi editoriali hanno iniziato a cercare tra i produttori di e-reader quelli con i quali realizzare joint-venure: voi mettete l’apparecchio e noi lo vendiamo insieme ai nostri e-book.

L’ultimo a sedersi a tavola è Mondadori, che in questi giorni ha lanciato sul proprio sito «Kobo, il nuovo eReader» sovrastandolo con lo slogan: «LIBERI DI LEGGERE» (il maiuscolo è della grafica del sito).

Clicchiamo “scopri di più” e ci troviamo di fronte a questo primo predicozzo: "Più di 500 anni fa è bastata una sola persona con una macchina da stampa a dare il via alla rivoluzione del libro.

Con Kobo la rivoluzione della lettura continua: quasi 3 milioni di titoli a tua disposizione, di cui 1 milione di titoli gratuiti. L'eReading ha tutte le caratteristiche della lettura che ami, formattate per il XXI secolo".

E in effetti la novità della scelta dei marketing Mondadori non è affatto nuova. Vi ricordate le vendite di libri per corrispondenza? Con 3mila lire vi mandavano 3 libri di un valore molto maggiore e poi eravate accalappiati a vita con quel sistema. Nella vendita online, Mondadori vi regala 3 e-book per ogni e-reader Kobo acquistato.

Quindi il marketing applicato all’editoria digitale è lo stesso. Nessuna novità, nessuno sforzo creativo, ma c’era da aspettarselo.

Anche il prezzo (di quello basic, il Kobo Mini eReader) è lo stesso, guarda caso di quello del Kindle di Amazon, ovvero €79,00.

Ma la guerra non detta ma dichiarata ad Amazon è in una particolarità tecnica che forse a qualcuno è sfuggita: mentre il Kindle legge formati mobi e pdf e basta, costringendo il suo proprietario (a meno che non sia disposto a smanettare sul Web) ad acquistare e-book solo da Amazon… Il Kobo di Mondadori legge sia epub (il formato standard degli e-book) sia mobi. Che detto in altre parole significa: un cliente Amazon/Kindle può acquistare in prima battuta solo sul portale online di Amazon, mentre il cliente Mondadori/Kobo può acquistare sia sul portale di Mondadori, sia su quello di Amazon e altri…

Occorrerà ora verificare quanto Mondadori ha investito in assistenza al cliente, perché usare questi e-reader è semplice, ma… Ma soprattutto all’inizio può capitare di restare in panne.

E poi c’è da tener presente un altro fattore, tutt’altro che secondario, ovvero la comunità… In anni di lavoro sul campo, è in attività dal 1995, Amazon ha creato intorno a sé un esercito di Fan, di lettori-recensori e di autori dediti al self-publishing che per gli altri editori/librerie  online sarà ben difficile ammaliare (ne sa qualcosa la catena di librerie Barnes&Noble che da anni cerca di contrastare il “fenomeno Amazon”. Per inciso ricordiamo che la B&N esiste dal 1873 e ha negli Stati Uniti 717 negozi).

Noi siamo fermamente convinti che l’editoria digitale riapra i giochi per tutti, contro lo strapotere di gruppi editoriali e catene librarie. Editori di nicchia, Publisher con la P maiuscola avranno modo di riprendersi il mestiere alla faccia dello strapotere dei gruppi economici dei soliti noti. E perché no, noi lo speriamo davvero, la cultura (quella vera) delle persone tornerà a incontrarsi oltre le frontiere imposte dalle logiche di ricavo e profitto.

E quindi ora che la guerra è iniziata, noi speriamo che i lettori riescano almeno a guadagnarci qualcosa… magari anche “buoni libri”, hops! “buoni e-book”!

 


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