Puntuale come un orologio svizzero ed esatta come l’influenza autunnale, Mark Shuttleworth ha dato in pasto ai nostri computer la nuova versione della distribuzione Linux più famosa del pianeta internet. Stavolta il nome è più intraprendente che mai, Intrepid Ibex - stambecco intrepido - è la versione 8.10 di Ubuntu, dove la prima cifra indica l’anno di uscita e la seconda il mese, dunque ottobre duemilaotto. Questo 30 ottobre è stata rilasciata ufficialmente a sei mesi del rilascio della scorsa versione (Hardy Heron 8.04 LTS - Long term support, supporto a lungo termine) e con rilevanti differenze e migliorie rispetto alla versione precedente che già proponeva novità interessanti. Ma parliamo di questa versione: Kernel aggiornato alla versione 2.6.27, il Server X approda alla versione 7.4 apportando ulteriori miglioramenti di supporto all’hardware più recente e maggior velocità prestazionale, Gnome nella nuova versione 2.24. E proprio il nuovo Desktop Environment che offre le maggiori novità. Nautilus, il file manager incluso in Gnome, si comporta come un browser web navigando a schede, i temi di Ubuntu, vero karma delle release passate, viene aggiornato con un nuovo Darkroom scuro come mai successo prima (i temi "classici" color cacca di cammello ci sono ancora, non preoccupatevi). Come Hardy, Ibex è già predisposta sin da subito - perfino usando il cd live, ovvero usando la distro da cd senza installare nulla - per il performante e sempre più stabile Compiz Fusion, il progetto OpenSource che trasforma il desktop in un fantastico mondo tridimensionale dove tutto è possibile con poche risorse e basse prestazioni hardware.
Altri cambiamenti importanti sono stati per il Network Manager arrivato alla versione 0.7 e che supporta le connessioni 3G di default (la panacea del moderno navigatore), per la grafica Avant Window Navigator, la Deskbar stile mac Os X, ha nuovi applet di default e per la sicurezza è stato introdotto l’applet "Cambio utente Guest": cioè si è fatto in modo che il pc possa essere usato da un "ospite temporaneo" con privilegi ridotti (leggere la posta, navigare sul web e poche altre cose) senza dover cambiare utente e gestibile dalla stessa sessione e soprattutto senza minimamente intaccare l’accesso personale col rischio di cambiare le impostazioni e il rischio sicurezza che in questi casi può essere in agguato.
Ancora in ambito sicurezza, è stata integrata nella home una Directory cifrata in cui salvare e criptare i documenti riversati all’interno: l’installazione però richiede un minimo di dimestichezza col terminale, anche se abbastanza semplice da fare. Sul versante ripristino e bug, è stato inserita una chiccheria firmata Dell: Dynamic Kernel Module Support (Dkms), che consente di ricreare in maniera automatica i moduli per il kernel quando viene aggiornato, e pone definitivamente la parola fine su incompatibilità e ritardi nel rilascio dei moduli stessi. Chiude il quadro la possibilità di creare un’immagine avviabile per un dongle Usb: un modo per semplificare l’installazione sui netbook e sui Pc sprovvisti di lettore Cd o Dvd.
Il parco software è rimasto praticamente intatto per com’era su Hardy: le novità riguardano sostanzialmente gli aggiornamenti dei programmi; The GIMP arriva alla versione 2.6 con un cambiamento di interfaccia e poco più, Firefox è nella versione 3.0.x aggiornata a fine settembre, Evolution (il client di posta elettronica uguale nel funzionamento a Outlook) è aggiornato costantemente, Totem e Rhythmbox sono i due lettori video e audio di default dalle raggianti prestazioni (interfacciabili in modo molto semplice anche con iPod), Brasero, il software di masterizzazione che non ha niente da invidiare alle varie soluzioni commerciali, ha già visto la luce dell’integrazione standard nella passata release di Ubuntu ed è costantemente supportato da sempre più comunità Open. L’unica pecca - se così vogliamo chiamarla - sta nel fatto che la suite OpenOffice è alla versione 2.4 e non alla già stabile 3.0, ma gli sviluppatori hanno già chiarito che appena la suite sarà disponibile per la comunità si potrà scaricare tramite i repository delle comunità (i canali ufficiali per aggiornare la distro). Del resto anche la nuova versione di OpenOffice si può tranquillamente scaricare dal sito italiano già compilata in .deb.
Finisco questa lunga chiaccherata con i link dove scaricare la nuova distribuzione Canonical, ricordandovi che Ubuntu viene sviluppata anche con altri Desktop Environment: KDE (Kubuntu), XFCE (Xubuntu), Gobuntu (solo con software liberi) e Edubuntu, distro basata sull’educational. Il sito ufficiale di Ubuntu Italia è già pronto per farvi scaricare lo Stambecco, anche se sarebbe meglio per tutti non intasare troppo i mirror ufficiali e usare i torrent.
Per chi invece usa già Hardy e vorrebbe passare a Ibex, potrà copiare questa semplica riga nel terminale:
sudo update-manager -d
seguire la procedura indicata e il gioco è fatto. Buona passeggiata con l’Intrepido Stambecco.