E Berlusconi è sempre lui, solo lui..
par Andrea Prati
lunedì 29 ottobre 2012
In pochi giorni Berlusconi è riuscito ad attirare l'attenzione mediatica su di sè di nuovo, dal video messaggio in cui ha annunciato di non candidarsi più come premier, alla sua condanna per i diritti tv Mediaset, per finire alla sua conferenza stampa a villa Gernetto in cui ha attaccato tutto e tutti.
Tempo fa avevo scritto un post, quando sembrò certa la ridiscesa in campo di Silvio Berlusconi. Era appena luglio eppure con quello che è avvenuto in questi giorni, sembra che stiamo parlando di preistoria. Abbiamo assistito, nell'arco di pochi giorni, da un nuovo video-messaggio, in cui da vero padre nobile del centrodestra annunciava la sua intenzione a non candidarsi a premier per il 2013, alla sua condanna per la vicenda dei diritti tv Mediaset e alla sua conferenza-sfuriata di sabato in una villa della Brianza con tanto di claque applaudente e innocui giornalisti con finte domande al seguito. Per chi conosce bene Silvio Berlusconi, per chi in tutti questi anni ha avuto un minimo di spirito critico, per chi si è sempre opposto all'ultimo dei "statisti" che la storia del nostro paese ci ha fatto gentilmente dono, non è niente di nuovo.
Quello a cui siamo stati partecipi, nelle cronache politiche di questi giorni, è la rappresentazione delle molteplici facce con cui il Cavaliere è stato solito mostrarsi agli italiani in questi anni. L'imprenditore prestatosi alla politica per non consegnare il paese alle sinistre con tanto di bandiera della UE alle sue spalle nel suo video-messaggio, l'imprenditore con il suo passato oscuro e i suoi molti problemi giudiziari vessato dalla magistratura "politicizzata" e il Caimano che seppur con una voce flebile rispetto al solito, nella sua conferenza stampa ne ha avuto per tutti e tutto in un repertorio populista che fin troppo bene conosciamo.
Tutto e il contrario di tutto nell'arco di poche ore, un corto-circuito di dichiarazioni che si smentiscono l'una con l'altra. A chi nel PDL aveva reso omaggio alla scelta del loro padre padrone di farsi da parte concedendo le primarie al suo popolo, sarà gelato il sangue nel sentire le affermazioni del Cavaliere. Ma c'è anche chi avrà gioito del nuovo impeto con cui il Silvio nazionale, si è scagliato contro i magistrati, Monti, la Costituzione e la Merkel rea di aver riso di lui assieme a Sarkozy. Di sicuro le amazzoni del presidente sedute in prima fila, parlo della pasionaria Santanché, della Brambilla e della Biancofiore, le più vicine al capo nel suo ridotto della Valtellina di mussoliniana memoria, saranno rimaste estasiate dallo spettacolo. Forse meno il povero Alfano, il segretario per acclamazione che con molta fatica in questi mesi ha cercato di destreggiarsi fra i molti falchi del PDL, in un clima da rompete le righe. Di certo alle orecchie dei moderati pidiellini non saranno piaciute molte delle affermazioni pronunciate da Berlusconi.
Eppure nel campo del centrodestra - ricco di tanti luogotenenti ma povero di nuovi possibili leader - la figura di Silvio Berlusconi è troppo ingombrante per poterla archiviare subito nei libri di storia. Il suo passato conosciuto e in particolare quello tenuto segreto è sempre pronto a riaffacciarsi nelle sue vicende giudiziarie ancora aperte. Il processo Ruby con la sua possibile sentenza di condanna è dietro all'angolo.
Il pericolo maggiore per il paese, è che per l'ennesima volta, i problemi del Cavaliere diventino i problemi di tutti gli italiani. La sirena del populismo è pronta a suonare la carica nuovamente. Se pensiamo che questo parlamento non è riuscito a trovare ancora soluzioni per la legge elettorale, la legge di stabilità e anticorruzione, la minaccia di possibili ritorsioni da parte del Cavaliere e delle sue truppe cammellate può essere più che mai possibile. Con tutte le conseguenze del caso, alla faccia dei problemi del paese. Forse dalle parti del PDL non tutti saranno pronti ad immolarsi per difendere ancora il capo, forse più per opportunismo che per convinzioni etiche, non dimentichiamo però come è avvenuto l'arruolamento dell'attuale parlamento, di quanti parlamentari abbiano pendenze con la giustizia di vario genere e di come sia facile per questi solidarizzare con il caimano per i suoi guai con la legge. La situazione che si è venuta a creare potrebbe rappresentare il canto del cigno di chi vent'anni fa aveva promesso la rivoluzione liberale - una volta per tutte - o potrebbe essere una nuova carta da giocare da Mr. B. in un disperato tentativo per destabilizzare ulteriormente il nostro paese. Con la possibilità di sottrarre altro terreno ai progressisti che tra molte difficoltà stanno cercando di costruire un'alternativa credibile alla deriva del berlusconismo in cui è sprofondata l'Italia. Con la possibilità di iniettare altro veleno in questa nostra democrazia malata, ancora una volta per perseguire solo i propri scopi a spese della collettività. Ne capiremo di più nei prossimi giorni di sicuro.