Durissima reazione di Napolitano in difesa delle sue prerogative. La panzana della "Costituzione materiale"

par Filippo Cusumano
lunedì 16 agosto 2010

«Napolitano stesso formando il governo ha accreditato una prassi che ora non può smentire. Un altro presidente della Repubblica potrebbe farlo, lui ormai non può più tornare indietro, perché si è autovincolato. Se tu stesso hai garantito una Costituzione materiale basata sul risultato elettorale, cercando un governo diverso in parlamento non stai rispettando la Costituzione, ma solo contraddicendo te stesso».

Chi ha detto questo?

Maurizio Bianconi del Pdl.

Argomentazioni risibili, come si può vedere.

Siamo in una Repubblica Parlamentare, finché la costituzione non viene cambiata.

Il che vuol dire che:

- Il presidente della Repubblica, dopo le consultazioni, dà l’incarico ad un Presidente del Consiglio. Questi va in Parlamento, e se la metà dei parlamentari più 1 lo vota, quel governo entra nell’esercizio delle sue funzioni.

Cosa ne consegue?

Che se i finiani, come qualcuno ipotizza, fossero disposti ad appoggiare un governo insieme a Pd, Udc e Idv, Napolitano potrebbe del tutto leggittimamente dare un incarico ad un Governo presieduto dalla persona che quegli schieramenti ritenessero idonea.

Punto .Questo dice la Costituzione. Che non risulta abrogata in questi passaggi.

La Costituzione dice anche che i Parlamentari sono tenuti ad esercitare il loro mandato secondo coscienza.

Il che vuol dire che sono nel loro pieno diritto, nel momento in cui votassero diversamente dal leader della coalizione cui appartengono, fosse anche il presidente del Consiglio.

Ecco cosa dice esattamente l’Art. 68 della Carta Costituzionale (che non risulta abrogato):

I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni.

Insomma non esiste nessuna controindicazione ad un governo con un leader diverso da quello con il quale si è iniziata la legislatura.

Napolitano infatti ha reagito subito all’intervista di Bianconi e lo ha fatto con inusitata forza e secchezza: 

"Chi pensa che il Capo dello Stato tradisca la Costituzione, ha il potere e il dovere di chiederne la messa in stato d’accusa da parte del Parlamento, secondo quanto prevede la stessa Carta fondamentale".

Bianconi si dice stupito, definisce spropositata la reazione del Presidente. "Non mi sarei mai sognato di chiederene l’impeachement" dice, facendo finta di cadere dalle nuvole.

Siamo alle solite. Intimidazioni a tutti, compreso il Capo dello Stato.

Una forza politica che è (o è stata) maggioranza del paese, ma che non ha mai avuto i numeri per abrogare alcuni articoli della Costituzione, cerca di intimidire chi leggittimamente li vuole applicare.

Quella della Costituzione Materiale, occorre dirlo con forza, come ha fatto il Presidente della Repubblicaè un’altra delle panzane che si cerca di far passare per verità a beneficio di ingenui e male informati.


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