Due schiaffoni a Repubblica (e uno al NYT)

par Federico Punzi
venerdì 10 luglio 2009

Partiamo da quello al New York Times, che però sarà risuonato anche dalle parti di Largo Fochetti e del Pd. Mario Platero, sul Sole24 Ore di oggi: «Sul piano della cronaca stretta, l’immagine d’insieme al Quirinale, la passeggiata e la chiacchierata con Berlusconi, le dichiarazioni di apprezzamento per il lavoro della presidenza italiana stridono con le versioni che abbiamo ascoltato da un paio di quotidiani anglosassoni, il Guardian e il New York Times». Ed ecco come David Axelrod, il principale consigliere di Obama, fuga i dubbi di Platero. «Ma tu credi ancora al New York Times?». Boom! Arrivare a dire che l’Italia rischia di essere esclusa dal G8 «non è solo falso», conclude Platero, ma è «hysterical», che «in inglese non vuol dire soltanto isterico, ma anche da morir dal ridere».


Ma veniamo agli schiaffoni a la Repubblica: il primo è il riconoscimento della forte leadership del governo italiano sui temi del G8 giunto da Obama e Gordon Brown - ovvero dai «due giganti della sinistra occidentale», osserva Christian Rocca su Il Foglio; il secondo, che forse brucia di più, è il "no" ricevuto dalla Casa Bianca all’intervista al presidente americano che sarebbe "spettata" al quotidiano di Largo Fochetti. La Casa Bianca infatti, spiega Rocca, «un paio di giorni prima della visita del presidente in Italia è solita garantire un’intervista ai giornali che accreditano i loro inviati ai viaggi con l’Air Press One». A turno, una volta tocca al Corriere della Sera, un’altra a La Stampa, e così via. Questa volta toccava a la Repubblica, ma Obama ha preferito Avvenire, facendo andare su tutte le furie Eugenio Scalfari, che nella sua consueta quanto inutile lenzuolata domenicale ha manifestato tutto il suo fastidio per questa scelta: «Non vende molto l’Avvenire, ma rappresenta la Conferenza episcopale», ha spiegato ai suoi lettori.

E intanto la sinistra è rimasta completamente spiazzata dal suo mito Obama. Non che si potesse realisticamente aspettare la delegittimazione del governo che reggeva la presidenza del G8, ma certo i riconoscimenti al lavoro svolto e alla leadership italiana sono andati ben al di là del rituale e suonano come una decisa sconfessione di chi pretende di rappresentare un’Italia da escludere dal G8 e un premier delegittimato per le polemiche sulla sua vita privata. Chissà che nelle prossime ore non assisteremo a un riallineamento sulla posizione di Obama...


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